Le scommesse dilagano nel Lazio: è la terza regione per volume di giocate

L'indagine del Censis svela che i romani sono affezionati soprattutto ai gratta e vinci e alle lotterie istantanee mentre non amano i giochi elettronici

Il volume delle giocate nel Lazio nel 2008 ammonta a oltre 4,9 miliardi. Lo svela l'ultimo studio «Gioco ergo sum» realizzato dal Censis servizi sul mondo dei giochi in Italia, che evidenzia che tra le regioni italiane la nostra si conferma tra quelle con la maggiore spesa pro capite a livello nazionale, pari a 1.024 euro, guadagnando la terza posizione assoluta. Un dato che supera del 14,5 per cento la media nazionale, che si attesta a 894 euro.
Il volume della spesa per ricercare disperatamente la Dea Bendata, rappresenta il 10,7 per cento del mercato nazionale e le vincite hanno superato i 3,3 miliardi, pari al 67,3 per cento di quanto speso. Il pay-out, quindi, è in linea con la media italiana, ovvero il 67,5 per cento contro il 68,4 per cento.
Curiosamente, si legge su Agipronews (Agenzia di stampa giochi), non è la capitale, bensì Latina la provincia che tenta di più la fortuna, mentre Rieti è quella più tirchia. In termini assoluti, però, è Frosinone ad aver registrato la maggiore variazione della spesa nei giochi negli ultimi cinque anni, essendo cresciuta addirittura del 57,2 per cento mentre spetta a Roma la variazione più bassa, pari al 38,5 per cento. Viterbo, invece, è stata la provincia più fortunata. Dall'analisi del Censis risulta poi che nel Lazio sono le lotterie istantanee ad andare per la maggiore, soprattutto i gratta e vinci. Piacciono meno, i giochi elettronici, che raccolgono il 41 per cento rispetto alla media nazionale del 46,6 per cento.
Le famiglie italiane, poi, hanno investito, nel 2008, il 5 per cento del proprio budget per i consumi nell'industria del gioco, un settore che ha registrato incassi totali per 47,5 miliardi e che entro il 2011 arriverà a 70 miliardi di euro, con un trend di crescita annuo del 15 per cento per il triennio 2009-2011, grazie ad una fortissima innovazione di prodotto e di processo.
Nel rapporto «Gioco ergo sum» l'analisi si concentra su ciò che avviene nel back office del sistema prima dell'annuncio del «favoloso jackpot» o del primo estratto della Lotteria di Capodanno. «Il rapporto - riferisce Agipronews - sfata il vecchio luogo comune del "gioco come tassa per i poveri": le regioni e le province nelle quali si gioca di più sono quelle a "maggiore ricchezza", mentre dove il tasso di disoccupazione è più elevato si riduce il giocato pro capite». Infine si registra una crescita esponenziale per scommesse sportive (+300 per cento) e new slot (+580 per cento) nel periodo 2004/2008. Questo è direttamente collegabile all'emersione di volumi prima prevalentemente appannaggio del gioco illegale. «Ma attenzione - prosegue Agipronews - il fenomeno non è completamente relegato nel passato, molti gli indizi che dimostrano come l'interesse delle organizzazioni criminali nel settore sia costante e rilevante. Il comparto diventa, involontariamente, anche un potenziale target di investimento per "legalizzare" risorse provenienti da altre redditizie attività illecite.

È molto difficile stimare quanto valga ancora oggi il gioco illegale: secondo il sondaggio realizzato presso i concessionari si perviene a una stima "del sottratto" compreso tra il 15 e il 20 per cento che si traduce in 4,5-6 miliardi di euro».

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