nostro inviato a Parlasco (Lecco)
Il Demone del bosco. Se fosse solo Spirito del Male o incubo notturno, potrebbe essere uscito dalla penna di Fedor Dostoevskij. Invece esiste davvero. Purtroppo. Esiste o esistono, intendiamoci. Perché potrebbe esser più duno.
E se fosse uno e uno soltanto, anche se il colonnello Alessandro De Angelis, gran capo dei carabinieri della provincia, stenta a dirlo, potrebbe persino essere un killer seriale. Daltra parte, per questi tornanti che ti fanno guardar giù ogni tanto a strapiombo sul lago, non è che la gente ci possa fare l'abitudine facilmente a una faccenda così macabra. Di tanto in tanto trovano una giovane donna dentro un sacco della spazzatura. Più o meno decomposta, più o meno seviziata. Torturata o strangolata. Diciamo nove donne in 12 anni. Diciamo che lultima vittima di questagghiacciante epidemia è sbucata dallennesimo sacco, domenica, qui nei boschi di Perledo. Tale Silvia Demciuc, moldava, 25 anni, prostituta, conosciuta con il nome di Natasha. Fortuna che era schedata. Fortuna che gli investigatori le avevano preso, a tempo debito, le impronte digitali. Altrimenti sarebbe solo scomparsa nel nulla, come unaltra giovane romena, sua amica e collega, di cui si sono perse le tracce da un po e che adesso si sta cercando con un certo affanno perché potrebbe essere lei la prossima che qualche cercatore di funghi potrebbe ritrovare dentro un sacco. «Cinquanta metri più in là - fa notare Costante Grassi, il sindaco di Esino al Lario, il centro abitato più vicino al luogo del ritrovamento - e quel sacco non sarebbe stato fermato dagli arbusti, sarebbe precipitato lungo il dirupo. E gli assassini l'avrebbero fatta franca». Serial killer? «Vede, io non ci credo. Però credo, anzi sono convinto, che chi ha buttato quel sacco a Perledo come chi ha gettato gli altri cadaveri a Morterone, lestate scorsa, conosce bene questi luoghi. Sa che sono rifugio ideale per i traffici più loschi. Io sono sindaco da nove anni e, per gli impegni politici, passo spesso per questi tornanti, di notte. Non ci sono prostitute, ma mi è capitato talvolta di vedere auto ferme ai margini del bosco. Spesso anche due macchine affiancate. Non le nascondo che sono brividi. A quellora di notte non ci può essere in giro gente per bene». I ricordi e i brividi del sindaco Grassi rimandano all'agosto scorso, simili tornanti, simili boschi. Stessi o stesso Demone. Allora furono trovate e identificate due prostitute romene, Ionela Dragan, 19 anni e Luminita Dan, 17 anni e madre di un bambino di pochi mesi, costretta dal compagno a prostituirsi. Entrambe avevano ferite, tagli fatti con delle lamette e segni di bruciature. Natasha invece sarebbe stata soffocata anche se ha ricevuto una coltellata appena sotto al seno. Come si fa a non pensare ai vari serial killer più noti: a Donato Bilancia accusato di aver ucciso 17 persone tra le quali quattro prostitute, a Gianfranco Stevanin, condannato allergastolo per violenza sessuale, omicidio e occultamento di cadavere di sei prostitute. Già come si fa?
«È tutto importato. Uno schifo importato. Farabutti importati. Io saprei cosa farci a quelli», sbotta Candido Manzoni, 73 anni, camicia a scacchi, pantaloni di fustagnone, gilet verde. Uno dei 160, forse il più tonico dei 160 abitanti, di Parlasco. Ci sono Michele, 20 anni ed Erica, 21 a dondolarsi in piazza Vittani. Lunica piazza. Non hanno paura «perché certo non è cambiato niente qui», dicono davanti ai ritratti di Lasco, il furfante buono di Parlasco. Che rubava sì. Che uccideva sì. Ma poi si pentiva e faceva buone azioni.
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