Scopre le corna e chiede i danni alla moglie

Carabiniere appena sposato scopre la tresca della consorte. E pretende un maxi risarcimento. Lui abitava in Trentino, lei in Lombardia. A fare la spia è stato il papà...

Scopre le corna e chiede i danni alla moglie

Il vero amore non ha prezzo, si sa. Ma il suo naufragio ce l'ha ecco­me. E può essere salatissimo. Lo sa bene una donna lombarda che, dopo aver tradito suo marito im­mediatamente dopo il matrimo­nio, potrebbe ritrovarsi adesso a dover versare circa 50mila euro a titolo di risarcimento, per danni morali e materiali. Siamo in pro­vincia di Trento. Come ha riporta­to per primo il quotidiano l'Adige , la coppia convola a giuste nozze nel settembre 2009. Lui, un cara­biniere 31enne di origini meridiona­li, va nel profondo Nord per lavoro.

Lei, 35 anni, resta invece nella casa paterna. In Lom­bardia, appunto. Fra cerimonia e fe­sta i due non badano a spese. E ver­sano una cifra vicina a 25mila eu­ro, che comprende ospitalità per decine di parenti arrivati dal Sud, pranzo in un locale esclusivo del­la zona, vestiti firmati, album foto­grafico­e video per non dimentica­re mai il giorno più bello della vita. Ma la distanza, si sa, può compli­care le cose. E così, pochi mesi do­po le nozze, il giovane marito co­mincia a sospettare. Mentre la donna rimanda di giorno in gior­no il suo trasferimento - promes­so mille volte- nella valle trentina. Seguono decine di telefonate ine­vase, scuse costruite ad arte, chia­rimenti e discussioni.

Finché il carabiniere ha l'intui­zione giusta: chiedere a suo padre di pedinare la ragazza. Non ci vuo­le molto per scoprire che lei, du­rante i turni dell'uomo, passa i po­meriggi con un amico comune. Il suo amante, appunto. A questo punto il militare non ha dubbi, e chiede la separazione consensua­le. Che però sua moglie non accet­ta. Così, il carabiniere si rivolge a un avvocato, Claudio Tasin, per ot­tenere la separazione giudiziale.

E il legale non fa sconti. La richie­sta al giudice è di 25mila euro per danni morali e biologici legati al trauma della separazione. Alla do­manda è allegato anche il referto del medico, che documenta la de­pressione e lo stress patiti dal 31enne a causa delle corna. Ma non basta, perché l'avvoca­to avanza una richiesta ancora più severa: altri 25mila euro per ri­sarcire il marito tradito delle spe­se sostenute per organizzare le nozze. A questo punto sarà il magi­strato di turno a decidere. Ma non è detto che la causa non possa fini­re in una sonora vittoria. Proprio pochi giorni fa la Corte di Cassa­zione ha infatti stabilito che il tra­dimento può comportare conse­guenze economiche per il coniu­ge fedifrago.

Con una sentenza storica, i giudici hanno deciso che le corna da ora in poi non compor­t­eranno più solo il rischio di divor­zio, ma anche l'obbligo, per il tra­ditore, di versare una somma di denaro a titolo di risarcimento per danni causati alla salute o alla dignità del coniuge. Indipenden­temente dagli effetti che le corna stesse hanno avuto sul matrimo­nio.

La sentenza della Corte, che con ogni probabilità cambierà il modo radicale le cause di separa­zione e divorzio in Italia, ha dato ragione a una donna ligure che do­po essersi separata consensual­mente dal marito traditore aveva chiesto un risarcimento per i dan­ni subiti a causa delle scappatelle extraconiugali dell'uomo.

Dopo essersi sentita rispondere no pri­ma dal Tribunale di Savona e poi dalla Corte di Appello di Genova, ha fatto ricorso alla Suprema Cor­te che, invece, non ha escluso la possibilità di ottenere il risarci­mento.

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