A scuola si studierà «Educazione al wrestling»

I professori di ginnastica faranno prevenzione. Addio a Guerrero con migliaia di email da tutto il mondo

A scuola si studierà «Educazione al wrestling»

Nino Materi

«Educazione al wrestling». Non sarà ancora una materia con la stessa dignità di «Italiano» e «Matematica», ma di sicuro si candida ad essere la disciplina più amata dagli scolari. E per trovare conferma bastava trovarsi ieri nell’elementare «Matteo Ricci» di Roma dove è stato firmato il «Patto per l’infanzia» che impegna la Federazione internazionale wrestling a «prevenire ogni forma di violenza fisica e psicologica».
«Un obiettivo - ha spiegato la promotrice dell’iniziativa, la deputata Maria Burani Procaccini - che sarà esteso a livello scolastico a tutti i professori di ginnastica».
A fianco della parlamentare, due «ambasciatori» del wrestling che conta: Batista (grande amico dello scomparso Eddie Guerrero) e il nuovo idolo Bobby Lashley, detto «Tartufone». Maria Burani Procaccini, presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia, ha tentato di fare la disinvolta, ma si vedeva lontano un miglio che di quei due aveva un certo timore; idem per la sua collega Marida Bolognesi, pure lei presente alla stipula dello «storico» accordo, sottoscritto addirittura dal vicepresidente della Wwe, tale Gary Davis.
L’accordo prevede che la Wwe si impegni «a diffondere messaggi contro il rischio emulazione e a evitare assolutamente la partecipazione di bambini o adolescenti sul ring durante le manifestazioni italiane».
Per avvertire che il wrestling è un'attività svolta da professionisti con uno specifico allenamento, Batista - in un italiano alla Dan Peterson - si è rivolto direttamente ai bambini: «Non fatelo a casa, non fatelo a scuola, imitare queste cose è pericoloso, per divertirvi non dovete farvi male».
A proposito di anabolizzanti e steroidi (sembra che il povero Guerrero sia morto proprio per l’abuso di queste sostanze, ndr) la coppia Burani-Bolognesi ha ribadito un concetto che fa sempre la sua bella figura: «I bambini devono sapere che lo sport è bello se si mantiene pulito».
Ma i piccoli (sia quelli dell’elementare Ricci, sia quelli dell’ospedale Bambin Gesù dove la delegazione si è trasferita dopo la firma del «Patto») erano troppo eccitati dalla presenza dei campioni per recepire messaggi troppo sofisticati. E così Valerio, 6 anni, ha chiesto a Batista dove compra i suoi costumi; mentre Davide, 7 anni, si è interessato di come «Tartufone» trascorre il tempo libero.
Batista e Lashley hanno risposto a tutti, hanno firmato autografi a valanga e si sono fatti fotografare con i piccoli fan. Ma Batista e Lashley non si sono sottratti neppure alle domande dei giornalisti sulla morte di Eddie Guerrero, atteso anche lui in questi giorni in Italia. Batista, commosso, ha detto: «In questo momento penso che non si deve arrivare a facili ed affrettate conclusioni. Ora tutti parlano di anabolizzanti e steroidi». «Non conoscevo bene Eddie - ha risposto «Tartufone» - so solo che era un bravo ragazzo disponibile con tutti».
Infine lo «sfogo umano e professionale» di Batista: «Noi offriamo uno spettacolo per far divertire il nostro pubblico. Non insegniamo ad odiare le altre persone».


Muscolosi, altissimi, con il collo grande come quello di Mike Tyson, così si sono fatti largo tra la folla i due famosi wrestler di quello che è diventato uno degli «sport» più seguiti in tv. Davanti al video non sono giovanissimi, ma anche i loro genitori: gli stessi che ieri sgomitavano come pazzi per conquistare un autografo dei loro beniamini.

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