Se a Forlì la sinistra illiberale censura il critico d'arte Langone

Se a Forlì la sinistra illiberale censura il critico d'arte Langone

Da giorni a Forlì un uomo di cultura è vittima di un inaccettabile linciaggio, al punto che ieri ventisei associazioni tra cui Anpi, Cgil e Arci sono scese in piazza in una manifestazione dal sapore censorio e anti liberale. A farne le spese è Camillo Langone, scrittore e critico d'arte, e collaboratore del Giornale, al centro suo malgrado di una polemica sollevata dalla sinistra forlivese dopo che il comune romagnolo lo ha nominato Presidente del neonato Premio Verzocchi. Si tratta di un concorso per celebrare la figura e il mecenatismo dell'imprenditore forlivese Giuseppe Verzocchi (1887-1970) che a metà '900 commissionò la produzione di 72 quadri sul tema del lavoro con opere da Guttuso a Donghi, da Campigli a De Chirico, da De Pisis a Depero. Le polemiche per la nomina di Camillo Langone non hanno però ragione d'essere per una serie di motivazioni ma essenzialmente per due ragioni. Anzitutto perché Langone è un critico d'arte il cui valore è riconosciuto a livello nazionale e ha quindi tutte le qualifiche professionali per ricoprire il ruolo di presidente del Premio Verzocchi, essendo uno dei principali conoscitori di artisti viventi in Italia. La seconda ragione per cui chiedere una revoca della sua nomina è sbagliata non riguarda la figura di Camillo Langone in sé, quanto la difesa di un principio: non si può cercare di mettere un bavaglio agli uomini di cultura. Idee e opinioni possono essere più o meno condivisibili ma non per questo bisogna cedere ai dettami del politicamente corretto che annichilisce il senso stesso della cultura. È lo stesso Langone, interpellato dal Giornale, a rispondere con ironia a quanto sta avvenendo a Forlì: «Il Camillo Langone contro il quale 26 associazioni sono scese in piazza non sono io. Dev'essere un mio omonimo. Parlano di un nemico delle donne, e nel mio sito Eccellenti Pittori le pittrici sono tantissime. Parlano di un uomo che vorrebbe strappare i libri dalle mani delle donne e devono essersi confusi, ho appena pubblicato un romanzo, La ragazza immortale, in cui l'alquanto elogiata protagonista non fa che leggere libri e parlare di libri...». Inoltre, continua Langone, «parlano di un politico e chiaramente stanno parlando di un altro: io sono un critico d'arte, un letterato talmente impolitico e scettico da non andare nemmeno a votare».

Attribuire patenti di legittimità o decidere chi abbia o meno il diritto di ricoprire determinati incarichi è un terreno scivoloso, si sa come iniziano i tentativi di mettere a tacere le persone di cultura ma non dove e come si finisce.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica