"Se Lufthansa atterra a Malpensa chiudiamo Linate entro il 2016"

Bonomi, presidente della Sea, annuncia la strategia per favorire dal 2016 l'insediamento del vettore tedesco a Malpensa e sviluppare l'hub. cancellando il city airport

"Se Lufthansa atterra a Malpensa chiudiamo Linate entro il  2016"

Nel futuro di Milano non ci sarà Linate. Il city airport sparirà dalle rotte. Sacrificio già messo nero su bianco nel piano industriale 2009-2016 di Sea. Opzione che scatterà appunto nel 2016 ma, attenzione, se Malpensa diventerà il quarto hub di Lufthansa ovvero quando lo scalo varesino tornerà ad ospitare voli a breve-medio raggio che alimentano le tratte a lungo raggio.
Dopo Francoforte, Monaco e Zurigo, anche Malpensa sogna l’hub con la compagnia aerea tedesca. Scenario possibile per Giuseppe Bonomi, presidente di Sea: «La soluzione tedesca è la migliore. Ci permetterebbe di ritornare nel giro di tre anni ai livelli pre-ritiro di Alitalia e nel medio-lungo periodo garantirebbe uno sviluppo senza precedenti».
«Sviluppo» che Bonomi sintetizza in 41,2 milioni di passeggeri l’anno entro il 2016 contro i 33,6 milioni del 2007. Una differenza di 7,6 milioni di passeggeri e, soprattutto, il peso dello scalo di Malpensa come hub a tutti gli effetti. Scenario «solido e concreto» aggiunge il presidente di Sea, con tanto di team «che porta avanti le trattative»: «Tra un mese, a settembre, definiremo le rotte per i sei aerei della controllata Air Dolomiti che saranno posizionati su Malpensa dal 2009».
Prospettiva che, dunque, non contempla Linate. Anzi, con questa opzione il city airport di Milano è obbligatoriamente cancellato. Chiaro a tutti, investitori e istituzioni, che Linate rappresenta per la compagnia aerea di riferimento su Malpensa un costo e un peso aggiuntivo con l’obbligo di collegamenti finanziariamente inutili. «È successo per Alitalia» ricorda Bonomi, che si dichiara pronto «a parlarne, tanto più che oggi c’è una nuova apertura anche sul piano istituzionale e territoriale».
Insomma, Linate come spina nel fianco di Malpensa che, tra l’altro, dopo il dehubbing, il divorzio con Alitalia, non ha certo tempo da perdere: lo sviluppo e la crescita di Malpensa - secondo il business plan 2009-2016 - è certo e garantito con investimenti autofinanziati fino a 1,43 miliardi di euro. Naturalmente, sviluppo e crescita di Malpensa tengono in debita considerazione anche l’effetto positivo di Expo 2015.
Intanto, comunque, anche per Linate ci sono investimenti - destinati alla realizzazione del nuovo parcheggio e al restyling dello scalo - puntando sulla vocazione business dello scalo cittadino. Scalo che, però, potrebbe avere un futuro anche dopo il 2016 se Lufthansa non diventerà l’hub carrier di Malpensa. Come dire: «È l’opzione 2, con la creazione di un grande aeroporto internazionale - Malpensa - che, come accade sul modello di scali come Barcellona e Berlino, garantisca una rete estesa di collegamenti a breve e medio raggio in una logica point-to-point». «Un’ottica» continua Bonomi «dove i due aeroporti possono coesistere». In questo caso, dati alla mano, i margini di crescita sarebbero inferiori come pure il traffico di passeggeri (su Malpensa) previsto in 38,3 milioni all’anno ossia 3,1 in meno rispetto alla soluzione hub.


Che aggiungere? La prima opzione - Malpensa ritorna scalo intercontinentale - è giudicata più forte dallo stesso Bonomi: «I prodromi perché Lufthansa diventi l’hub carrier di Malpensa ci sono e io mi limito a constatarlo». Precisazione del presidente che va dritto per la sua strada e guarda con fiducia ai tedeschi.

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