Se sterile è la polemica sui gay

Si può non provare molto interesse per Mara Carfagna. C'è chi, per esempio, non ama la tv, e quando accende l'infame apparecchio lo fa per assistere a trasmissioni nelle quali Mara Carfagna non c'è. Bisogna allora che l'ignorantone vada su Google, sezione immagini, e digiti il nome della parlamentare di Forza Italia.
Chi sia invece Wladimir Luxuria lo sappiamo tutti anche senza essere cacciatori di gossip. Perché Luxuria è un pezzo di noi, di questa confusa Italia.
Sulla polemica che ha coinvolto i due onorevoli ci sarebbe ben poco da dire. L'on. Carfagna si è espressa nei confronti delle coppie gay dicendo che sono sterili, e l'on. Luxuria ne ha approfittato per accusarla di omofobia e, velatamente, di nazismo. Avrebbe potuto anche accusarla di comunismo, già che c'era, ricordando la sorte riservata agli omosessuali in diversi Paesi retti secondo quella santa ideologia.
Quello che colpisce è il senso (o, meglio, la voragine di non senso) della vicenda. Poiché l'on. Carfagna ha detto che le coppie gay sono sterili, allora è omofoba e nazista.
Delle due accuse, la seconda in fondo è la meno grave. Ogni tanto, per qualunque cretinata, si tirano in ballo i vagoni piombati e le leggi naziste. Secondo me volersi equiparare a loro quando si hanno soldi, bella casa, auto blu, ristorante a mezzogiorno e sera, divertimenti notturni eccetera eccetera - e non saranno certo quelli di Forza Italia a far finire la festa - è un insulto nei confronti di persone che morirono atrocemente.
L'Italia è il Paese più bello del mondo. Basta non commettere l'errore supremo: quello di dire la verità. Per esempio, il fatto che due omosessuali non possano procreare è sancito dalla natura: perciò la natura non può che essere nazista. La stessa Verità dev'essere nazista, tanto che nessuno la nomina più, tranne qualche prete (pochi).
Peggiore è l'accusa di omofobia, perché è uno dei grimaldelli con i quali un gruppo forte conquista posizioni di potere. Se gli obesi (che però di norma sono poveri, diabetici e cardiopatici) avessero lo stesso potere, si potrebbe accusare di cicciofobia chi li discrimina - e che siano discriminati è una sacrosanta realtà.
L'immagine che ne risulta è di una società divisa in gruppi che si odiano tra loro e sanno rapportarsi tra loro solo tramite avvocati, notai e lotte parlamentari. Se sei forte ce la fai, altrimenti sei schiacciato. Stiamo tornando senza accorgercene alla legge del più forte. Eccole qui, le invasioni barbariche.
Il Papa dice che, quando si oppone alla legge naturale, la legislazione umana diventa «solo un compromesso tra diversi interessi». La recente legge che permette non dico a due gay (sarebbe il meno) ma a due vicini di casa annoiati di equipararsi a una famiglia costituisce di fatto un attentato alla natura e al senso della famiglia.
Tutti vediamo gli orrori che nascono dentro le famiglie. I giornali sono pieni di storie raccapriccianti: uccisioni, segregazioni, abusi sessuali. Tutti vediamo le conseguenze nefaste che una famiglia-monade troppo protettiva ma priva di valori morali e di legami con la realtà produce nei figli.
Eppure la famiglia - soprattutto là dove in essa esiste (e resiste) il senso dell'autorità - continua a essere l'ultimo baluardo naturale della persona, il centro della sua affettività naturale, la possibilità per un individuo di non essere soltanto un filo d'erba esposto a tutte le correnti del potere.
Qui l'eterogenesi dei fini tocca il suo punto di non ritorno. Una volta distrutta la famiglia, verranno distrutte anche tutte le unioni «alternative» che certe leggi vorrebbero normalizzare, nel senso che verrà distrutta la capacità stessa della persona di creare legami.


Addolora scoprire che l'immagine del Parlamento italiano è peggiore di quella del Paese. Dev'essere un problema di rappresentanza. In Parlamento oggi ci sono più donne, più gay, più lesbiche. Di queste cose si parla molto. Dell'aumento vertiginoso del numero di cretini, invece, non si parla mai.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica