Vogliono far fuori l'Italiano. Poco alla volta, somministrandogli piccole dosi di veleno. Fino a murarlo vivo in cantina o in soffitta.
Non è un film, l'Italiano non è un boss. Piuttosto la nostra cifra identitaria: l'unica, ultima, forse vera trama che faticosamente ci continua a vedere uniti dalle Alpi a Mazara negli ultimi cent'anni. Erede diretta del latino, minata alle fondamenta dall'aggressività di certi dialetti, dal provincialismo di certa politica, dalla vitalità degli usi popolari, dalla volgarità televisiva. L'Italiano purtroppo non se la passa bene neppure all'esterno, visto che i suoi tre più acerrimi nemici si annidano nell'Unione europea e cercano a ogni pie' sospinto di compiere il delitto. Senza logica, senza rispetto, senza neppure il diritto dalla loro parte, visto che - a voler prendere in considerazione il numero di persone che lo parlano nel mondo - la lingua ufficiale della Ue dovrebbe essere semmai lo Spagnolo.
Invece l'Inglese, il Francese e il Tedesco hanno stabilito in sede europea una sordida alleanza a discapito delle altre. Italiano uber alles. Così, ieri, nonostante tutte le divisioni che regnano in ogni angolo del Belpaese, la Camera dei Deputati ha finalmente detto un «no» chiaro e forte al trilinguismo europeo. E per una volta l'Assemblea si è miracolosamente espressa quasi all'unanimità. I guastafeste essendo non i leghisti, ma i soliti piantagrane radicali associati a un dispettoso elitario Giorgio La Malfa.
Tranne questi astenuti, l'Aula compatta ha sostenuto così la battaglia del governo contro il tentativo di introdurre l'uso delle lingue inglese, francese e tedesco nelle istituzioni europee. Approvando la relazione della commissione Politiche Ue sul programma di lavoro della Commissione europea per l'anno 2010 e sul programma delle tre presidenze del Consiglio spagnola, belga ed ungherese, i nostri deputati hanno impegnato l'esecutivo «a contrastare con intransigenza ogni tentativo di violazione del regime linguistico delle istituzioni Ue e di marginalizzazione della lingua italiana, ricorrendo ove necessario anche agli strumenti giurisdizionali disponibili», cioè al diritto di veto.
Il documento impegna inoltre il governo «ad opporsi in particolare al tentativo di affermare il ricorso alle sole lingue inglese, francese e tedesco nel funzionamento, anche a livello ammiistrativo, di ogni istituzione ed organo dell'Ue, nonché con riferimento istituti quali il brevetto europeo»; «a sostenere - si legge ancora nella risoluzione - nei soli casi in cui le esigenze di riduzione dei costi e di miglior funzionamento delle strutture amministrative delle istituzioni ed organi dell'Unione lo giustificano, il ricorso alla sola lingua inglese, in quanto lingua veicolare di gran lunga più diffusa a livello europeo e globale».
Nella risoluzione si sottolinea che il trilinguismo «appare del tutto ingiustificato» e «desta dubbi sul piano della legittimità risultando di fatto discriminatorio» ed essendo «fonte di costi di traduzione e interpretando non necessari».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.