Sembra solo la Garbatella ma è l’ombelico del mondo

È scampato a un futuro da sala da bingo. E ha rischiato di essere adibito ad aule per le lezioni universitarie. Dopo sette anni, invece, il Palladium è un laboratorio per giovani emergenti e una vetrina di artisti internazionali. E da gennaio prende il via la nuova stagione ancora una volta sotto la guida di Fabrizio Grifasi, un cartellone che punta soprattutto a catturare le nuove generazioni e che spazia dalla musica, al teatro fino alla danza. Tante le performance previste fino a maggio che si muovono lungo diversi fili conduttori che insieme danno vita all’identità profonda del teatro della Garbatella. Tra gli elementi guida anzitutto i grandi artisti internazionali e a una grande firma del teatro e del cinema francese è affidato il debutto (il 15, 16 e 17 gennaio): Patrice Chéreau che porta in scena «La douleur» di Marguerite Duras, uno dei testi chiave della letteratura del dopoguerra. La regista orso d’argento nel 2003, dirige in questo monologo, apertura internazionale, la sua attrice di riferimento Dominique Blanc. Proseguendo nella scena internazionale torna al Palladium Moni Ovadia che da sempre dà voce alla tradizione ebraica orientale. Accompagnato da Carlo Boccadoro presenta il suo recital per pianoforte e voce, Di Godene Medine, uno sguardo sul multiforme incontro della musicalità e della poetica yiddish con il nuovo continente (il 2, il 3, e il 4 febbraio). Dalla scena musicale newyorkese arriva la «Bang on a can all-stars», un ensemble musicale formato inizialmente da tre compositori (Micheal Gordon, David Lang e Julia Wolfe) che approda a Roma (il 23 marzo) con la partecipazione straordinaria del maestro del jazz americano: Don Byron. Non manca una nuova produzione realizzata dalla fantasia di Shen Wei, coreografo e danzatore nato artisticamente in Cina e che a New York ha fondato la sua compagnia. Al Palladium (l’8 e il 9 maggio) presenta il suo lavoro creato per un laboratorio di venti danzatori.
Il cartellone 2010 targato Palladium dà spazio anche a diverse realtà nazionali: si passa dalla scena teatrale di rinnovamento con «Scene Verticali» che il 5, 6 e 7 marzo presenta «U tingiutu» in cui Dario De Luca racconta la sua «Mala Calabria» usando gli eroi greci per spiegare facce e destini di uomini che hanno trovato fortuna nell’altra legge e lo fa con un linguaggio di fatto di espressioni gergali. Sempre dal sud arriva Furie de sanghe in cui il gruppo «Fibre parallele» racconta in dialetto una Bari archetipica e infelice (in scena il 13 e il 14 marzo).
Tra i tratti essenziali dell’identità del Palladium anche l’attenzione alle produzioni artistiche della scena romana: tra queste Daniele Timpano che il teatro della Garbatella ospita il 30 gennaio. Nello stesso filone si inserisce la quarta edizione della rassegna «Teatri di vetro» (dal 14 al 23 maggio) con il teatro e il quartiere a fare da sfondo all’incontro tra artisti, pubblico e produttori del territorio provinciale.
Tra i graditi ritorni anche «Cartoons», la settima edizione (dal 24 al 28 marzo) del festival internazionale di animazione.

«Di questa realtà che è oggi il Palladium - sottolinea l’assessore capitolino alla Cultura, Umberto Croppi - voglio sottolineare solo la virtuosa collaborazione tra i diversi enti pubblici, come il Comune e la Provincia, e anche con chi la cultura la produce e parlo dell’università e con una fondazione che ormai è un pezzo storico per la città e che si è data il difficile compito di valorizzare le novità».

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