Il senso degli Stones per la vita Feste sì ma quanta malinconia

Massì, ci sono un paio di baci lesbo e le labbra troppo voraci di una ragazzina che sui jeans ha stampata la lingua degli Stones proprio là. Poi c’è Keith Richards, ghigno e sigaretta. C’è anche Mick Jagger, che nelle prime scene sculetta come a vent’anni (e ne ha 62). Massì, sono i Rolling Stones, e li avete mai immaginati senza un codazzo di belle donne e doppi sensi? Banale, anche se per contrappasso loro stavolta si sono piazzati in stanze semidistrutte, si sono vestiti bene (a parte Ron Wood) e Charlie Watts ha ormai la stessa smorfia dolce e disillusa di Andy Warhol. E allora? Nel video Rain fall down diretto dal bravo Jonas Akerlund (e censurato per eccesso di tette: da lunedì sarà in rotazione solo nella versione ripulita) non c’è fine: feste, feste sempre, anche dopo l’ultimo brindisi, dopo l’amore sul sedile, dopo l’assolo di chitarra. Però la malinconia è in agguato nelle inquadrature, nella pedalata stanca dell’entreneuse, nella pioggia che cade ovunque.

Allora si capisce che ci sono i Rolling Stones e dall’altra parte c’è la tristezza ma in mezzo, e solo lì, si vive la vera vita. È la morale del rock a sessant’anni, è la morale del rock che per quarant’anni ha cantato il contrario.

ROLLING STONES - Rain fall down (Virgin)

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