Senza aria condizionata e wc il Tigullio diventa un miraggio

Interregionale Milano-La Spezia: quattro ore in «carro bestiame» Caldo soffocante, valigie nei corridoi e niente servizio bar

nostro inviato

a Sestri Levante
Interregionale Milano-La Spezia: benvenuti sul carro bestiame. Centinaia di persone in piedi, servizi igienici inagibili, caldo soffocante. Così un viaggio di poco più di quattro ore, il percorso che dalla metropoli asfissiante porta alle assolate spiagge della Liguria, si trasforma in una via crucis. Alla quale, puntualmente ogni fine settimana, si sottopongono migliaia di cittadini: i «pendolari delle vacanze». Non hanno scelta perché, in quella tratta, la maggior parte dei treni sono vecchi e lenti. Pochi i diretti, ancora meno gli Intercity.
Il viaggio verso l’agognata giornata al mare comincia presto: alle 7.15. Il treno interregionale, un vecchio convoglio con i finestrini coperti di graffiti e i sedili macchiati, pullula già di gente. Il tempo di obliterare il biglietto e salire a bordo e il posto a sedere è già una chimera. Bisogna farsi strada fra la folla e camminare attraverso cinque vagoni prima di trovare una poltrona vuota. È in seconda classe: niente aria condizionata. I viaggiatori sono stufi prima ancora di cominciare. L’insofferenza si legge sui volti. Emerge dalle parole: «È incredibile - si sfoga Paola, 25 anni -, ogni volta è la stessa storia. Prendo questo treno tutti i fine settimana e la situazione è sempre uguale».
Il treno parte in orario. Dopo circa venti minuti arriva a Rogoredo. La banchina è piena di gente. La maggior parte indossa costume e infradito. Non ha bagagli, ma zaini e borse per il mare. «Torniamo a casa stasera - spiega Roberto -. Passeremo la giornata a Rapallo, a casa di amici». Ricomincia il via vai alla ricerca di un posto. Ma gli unici spazi liberi sono quelli fra un vagone e l’altro: sulle giunture, che si muovono pericolosamente a ogni curva. La porta del bagno è bloccata da borse, bagagli e persone pressate contro il muro. Provare a entrare è inutile. Persino il controllore fa fatica a muoversi. Chi ha dimenticato di acquistare una bottiglia di acqua prima di salire è condannato a soffrire la sete. Per tutto il viaggio non passerà mai il carrellino del bar. Alle 8.15 - siamo a Voghera - il caldo è insopportabile. Qualcuno prova ad abbassare il finestrino. Ma far entrare un po’ d’aria significa sopportare un rumore assordante, soprattutto in galleria. I corridoi sono stracolmi. Una signora riesce a ritagliarsi un piccolo spazio a ridosso di un sedile: «Mi metto qua e non lo mollo più - dice -, a Tortona sarà un altro caos perché salirà tantissima gente. Ma dico io, in queste occasioni non possono aumentare il numero dei treni?».
La previsione si avvera, a Tortona salgono decine di persone. È un miracolo che ci riescano: un incastro perfetto di individui. Proseguire in piedi, per le prossime tre ore, a questo punto è una certezza. «Ormai ci sono abituata - dice Anna, 62 anni pensionata -, ne ho fatti tanti di viaggi in piedi». Qualcuno riesce persino a schiacciare un pisolino, con la testa appoggiata allo schienale di un sedile. «Neanche le porte funzionano come dovrebbero - si ribella un altro signore, anche lui anziano -. Ho provato ad andare in bagno e non sono riuscito a entrare. L’ingresso è bloccato da pacchi e valigie. E ci sono tantissime persone in equilibrio precario». Continua Paola Bozzola, una signora di mezza età diretta a Sestri Levante: «Ogni volta è un’esperienza disastrosa. L’odissea è cominciata in biglietteria, dove si è creata una coda inverosimile. Ho rischiato di perdere il treno». Fino a Genova il convoglio continua a riempirsi. Al punto che nel capoluogo per i passeggeri è difficile persino scendere.
Proprio a Genova, insieme con i bagnanti, salgono numerosi extracomunitari. Non portano né valigie né zaini per la spiaggia ma grossi sacchi verdi, simili a quelli della spazzatura. Sono pieni di borse e oggetti griffati. Perché il treno del mare non trasporta solo i pendolari delle vacanze, anche quelli dell’abusivismo. «Non è la prima volta che li vedo - spiega Annalisa, 32 anni -. Li ho notati anche la settimana scorsa, durante un viaggio verso Finale Ligure». Il treno comincia a svuotarsi a Santa Margherita. A Sestri Levante arriva semi vuoto e con venti minuti di ritardo. Ormai sono le 10.40.


L’espressione tesa dei viaggiatori lascia il posto a larghi sorrisi. Finalmente comincia la vacanza. Per molti durerà solo dieci ore. Ma a questo punto poco importa. Bisogna correre in spiaggia. E sgomitare per un lettino.

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