Nella quinta stagione di “The Crown” compare il personaggio del biografo Andrew Morton (interpretato da Andrew Steele), che nel giugno 1992 diede alle stampe la scabrosa biografia di Lady Diana (a cui la principessa collaborò), “Diana, Her True Story”, facendo tremare la Corona britannica. Lo scorso 16 novembre il People ha pubblicato un’intervista fatta all’autore, in cui emergono dei retroscena inediti e dolorosi riguardanti la stesura del libro e lo stato d’animo della principessa del Galles durante la rievocazione dei suoi ricordi.
“Ero sbalordito”
Lady Diana decise di collaborare alla scrittura della sua biografia probabilmente spinta da un sentimento di rivalsa nei confronti dei Windsor, che non l’avrebbero mai capita e dell’allora principe Carlo, colpevole di averla sposata pur amando un’altra donna. La principessa e Andrew Morton sarebbero riusciti a collaborare usando come tramite un loro amico comune, il dottor James Colthurst (che nella serie è impersonato da Oliver Chris). Il biografo, però, non sarebbe rimasto impassibile di fronte allo sfogo di Diana e nell’intervista concessa al People ricorda: “[Diana] parlò di una donna di nome Camilla. Non avevo mai sentito [parlare] di lei. Mi raccontò della bulimia nervosa, non avevo mai sentito [parlare neanche] di questo e dei tentativi di suicidio. Ero sbalordito”.
Morton ha anche la sua opinione sulla serie “The Crown” e rivela alcuni dettagli che differirebbero dalla realtà dei fatti: “Ci sono un po’ di esagerazioni per [creare] un effetto drammatico, come il fatto che ci sia stata un’irruzione nella mia casa quando, invece, fu nel mio ufficio. James Colthurst, l’intermediario, è stato davvero investito con la sua bicicletta mentre girava intorno a Parliament Square…Diana era veramente preoccupata, il salotto di Kensington Palace venne ispezionato da cima a fondo alla ricerca di microspie. Questi incidenti sono accaduti dopo che sono stato avvertito del fatto che i servizi di sicurezza stavano cercando un infiltrato”.
“La serie non avrà impatto sull’incoronazione di Carlo”
Andrew Morton ha conosciuto Lady Diana, ne ha raccolto le confessioni, perciò può valutare con una certa attendibilità l’aderenza del personaggio portato sullo schermo dalla Debicki in “The Crown” alla vera principessa del Galles: “Ho trovato l’interpretazione di Elizabeth Debicki accurato, plausibile, autentico. Aveva il suo modo di parlare e i suoi vezzi…”.
Lo scrittore, però, non ritiene che la serie possa scalfire l’aura di magnificenza, l’importanza politica e storica dell’incoronazione di re Carlo III, che avverrà il prossimo 6 maggio: “L’istituzione è davvero preoccupata che questa serie avrà un impatto sull’incoronazione di re Carlo. Bene, ho una notizia per loro: non lo avrà. Renderà più profondo l’interesse nei confronti del re e della royal family nel mondo. Tutti sanno cosa è accaduto e lo hanno accettato. Diana è morta. Lo hanno accettato. Intendo dire che ora questa è storia”.
Morton sottolinea che Elisabetta II non sarebbe stata “entusiasta all’idea che Camilla diventasse Regina”, sebbene la defunta sovrana fosse “amica della famiglia Parker Bowles”. Per quel che concerne le critiche allo sceneggiato, il biografo dichiara che i detrattori starebbero “incolpando la serie per qualcosa che in realtà è accaduto. È come negare la Storia…Questa è la realtà…”.
Lady Diana registrò delle cassette che diede al dottor Colthurst affinché le portasse a Andrew Morton. Su quei nastri era inciso tutto il dolore della principessa, ora rievocato da “The Crown”. Forse sarà storia, come sostiene il biografo, ma è comunque una storia che fa ancora male a chi è rimasto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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