“Art Crimes”, i più grandi furti d’arte del secolo nelle parole dei protagonisti

I più incredibili e affascinanti colpi ai danni di musei, ricostruiti in una docu-serie di sei episodi da stasera in onda su Sky Arte. Un imperdibile giro del mondo in compagnia di guardie e ladri

“Art Crimes”, i più grandi furti d’arte del secolo nelle parole dei protagonisti

La docu-serie Sky Original Art-Crimes, se siete appassionati di arte, ma anche di crime e di storie vere, è un appuntamento da non perdere. Per la prima volta infatti ci si potrà trovare di fronte a criminali che, rivolgendosi direttamente in camera, riveleranno il dietro le quinte dei più grandi furti di quadri dell’ultimo secolo. Ad affiancare e integrare la loro ricostruzione dei fatti, le testimonianze in parallelo dei detective che diedero loro la caccia.

Seguendo minuziosamente la drammaturgia del thriller investigativo, “Art Crimes” muove da fatti certi e non disdegna ricordi e aneddoti più piccoli ma affascinanti, sfuggiti magari alle cronache del tempo. Il palleggio verbale è tra ladri, pubblici ministeri, avvocati e mercanti d’arte, le cui interviste sono intervallate da registrazioni dei processi e dalla consultazione di materiale proveniente dagli archivi ufficiali.

Difficile immaginare un giro del mondo più avventuroso di quello che nasce dalla ricostruzione di scomparsa, indagini e ritrovamento di alcuni dei capolavori dell’arte più importanti di sempre.

Il primo episodio, il furto di due dipinti di Van Gogh dal Van Gogh Museum di Amsterdam per mano di un famigerato duo di ladri - Okkie Durham e Henk Bejslein, va in onda questa sera e vede anche il coinvolgimento della Camorra napoletana.

Il secondo episodio verterà invece sulla sparizione nel 1979 di cinque capolavori olandesi dalla torre di un castello tedesco. Sarà poi la volta dell’ultimo dipinto di Caravaggio, rubato a Palermo nel 1969 e forse bruciato dalla Mafia, ma su cui sono emerse di recente nuove rivelazioni. Si passa poi a Nizza, col colpo commissionato da un gruppo di Narcos ai danni del Museo di Belle Arti: due Bruegel, un Monet e un Sisley come bottino. Un furto perfetto fino all’intromissione dell’FBI.

Come non ricordare poi quando nel 1994, durante le olimpiadi invernali di Lillehammer, a venir trafugato fu l’iconico dipinto “L’urlo” di Edward Munch? Qui l’aiuto venne da Scotland Yard nonché da un eccentrico gallerista. Infine l’ultimo episodio riguarderà una Madonna di Raffaello sottratta a Budapest nel 1983, in piena Guerra Fredda, assieme ad altri sette capolavori dei maestri del Rinascimento italiano. Destinazione: un monastero greco.

Insomma, storie vere che hanno più fascino di tante sinossi cinematografiche e che danno sicuramente più soddisfazione dell’osservare il Lupin versione Netflix all’opera al Louvre.

Come diceva Pirandello avallando che la realtà superi di gran lungo la fantasia, “la realtà, a differenza della fantasia, non si preoccupa di essere verosimile perché è vera”.

Su Sky Arte dal 13 dicembre alle 21.15 e in streaming solo su NOW, disponibile anche on demand.

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