True Lies, dal cult anni ’90 arriva in streaming la (prevedibile) serie tv

A ridosso con la programmazione americana arriva su Disney+ la serie che è ispirata al film di James Cameron, campione di incassi nel 1994

True Lies, dal cult anni ’90 arriva in streaming la (prevedibile) serie tv

Il mercato internazionale delle serie tv sta vivendo un periodo molto florido grazie al fiorire delle piattaforme streaming a pagamento. Questo è un dato di fatto. Dietro al fenomeno, però, ci sono diversi problemi che piano piano stanno venendo a galla. A fronte di un’offerta così grande e spropositata sono poche le serie tv che brillano e che riescono a stare a galla in un contesto del genere. Se a questo problema si aggiunge una carenza di soggetti poco originali da parte dei produttori, la situazione si complica ancora di più. Si nota come lo stesso universo televisivo sia alla costante ricerca di creare un ponte tra il piccolo e il grande schermo solo per cercare di aderire a un pubblico ben maggiore. E, anche in questo caso, gli esperimenti – seppur degni di nota - non sono di certo esenti da difetti. Lo dimostra la serie True Lies che, a sorpresa, dal 26 aprile è arrivata nel nostro Paese su Disney+ a poche settimane dalla sua messa in onda sul canale americano (gratuito) della CBS. Una serie tv che è in lavorazione da diverso tempo e che è passata di sceneggiatore in sceneggiatore tante volte, prima di arrivare a un ordine effettivo di 13 episodi (che in Italia saranno condivisi a cadenza settimanale).

Proprio queste difficoltà produttive non hanno permesso a True Lies di emergere nel panorama televisivo di oggi, tanto da restare ancorata a vecchi schemi narrativi che, di fatto, sono quasi passati di moda. È una serie procedurale, nel senso che ogni episodio ha un inizio e una fine, e che non si scomoda a mettere in moto intrecci a lungo termine, preferendo una storia più lineare e per nulla coesa. Questo, però, non è la sua unica nota di demerito. Arrivata agli onor di cronaca perché ispirata a uno storico (e apprezzabilissimo) film del 1994, la serie tv di True Lies risulta essere un esperimento fallimentare fin dal suo primo episodio. E ora vi spieghiamo il perché.

Il padre di famiglia che lavora come spia per il Governo

Harry Tasker sa nascondere molto bene a moglie e ai figli la sua doppia identità. Dovrebbe essere un semplice programmatore di computer invece è una spia che collabora per il gruppo Omega. È impegnato in missioni di alto profilo ma Harry, con l’aiuto della sua squadra, riesce sempre a portare a termine il lavoro. La moglie, però, comincia a non apprezzare più il fatto che il marito sia sempre via per lavoro e si convince che Harry abbia un’amante. Per sviare ogni dubbio, Harry porta con sé Helen a Parigi in un viaggio che coincide con un’altra missione del gruppo. E, proprio nella capitale francese, Helen scopre la doppia identità del marito. Insieme sfuggono da un terribile mercenario ma ora la moglie di Harry è costretta a diventare anche lei una spia e addestrarsi per far parte del gruppo Omega a tutti gli effetti. Ovviamente questa scelta, imposta dalla direttrice dell’agenzia, non fa altro che complicare il rapporto tra i due e con i figli adolescenti.

Una storia dinamica per una serie di poco conto

Fin dal primo episodio si può, chiaramente, intuire in che direzione si spingerà la serie tv. True Lies gioca su due fronti: da un lato vuole essere uno spy-drama dalla trama semplice e infarcito di scene d’azione; dall’altro cerca di essere la fotografia di una famiglia modello e benestante che affronta i propri drammi con il sorriso sulle labbra. Di per sé, l’idea può anche risultare convincente ma la release finale non convince affatto. True Lies è una serie fredda, algida, che sfrutta un canovaccio già rodato solo per proporre al pubblico un action comedy molto debole e che è senza infamia e senza lode. Gli intrecci, infatti, oltre a essere prevedibili sono anche piatti, lineari e senza guizzi. Nell’arco di 43 minuti netti, la storia snocciola già tutti i suoi "assi nella manica", facendo perdere alla narrazione un po' di mistero e di suspense. Eppure, da un prodotto come True Lies, che ha alle spalle un film di grande successo (e un omonimo romanzo) ci si aspettava qualcosa di ben più esaltante.

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Un ex "Shameless" nel cast

A una storia che non regala nulla di nuovo al genere, fa eco un cast di volti noti del piccolo schermo che – nonostante tutto – invoglia il pubblico a proseguire la visione. Il protagonista, ad esempio, è Steve Howey. Conosciuto per il ruolo del barista dell’Alibi nella celebre serie (politicamente scorretta) di Shameless che è disponibile su Prime Video, in True Lies perde il suo fascino da cattivo ragazzo per prestare il volto a un uomo tutto d’un pezzo, affabile, testardo e che non ha paura del pericolo. Il suo personaggio funziona ma non riesce comunque a implodere a causa di una sceneggiatura poco incisiva e che si perde in colpi di scena molto telefonati.

Prima c’era il film (bellissimo) con Arnold Schwarzenegger

Come già specificato, True Lies è il reboot a puntate di uno storico film con Schwarzenegger e Jamie Lee Curtis che, nel 1994, fu un vero e proprio fenomeno al botteghino. Come la serie tv ha una trama che si muove sulle stesse righe ma ha un plot più avvincente e una storia più coinvolgente, oltre a essere una spy-comedy riuscita in ogni dettaglio. Fu diretto da James Cameron (lo stesso regista del Titanic e Avatar), e si tratta del terzo e ultimo film che vede insieme il duo Cameron-Schwarzenegger. Inoltre, è un remake del film di spionaggio francese (inedito in Italia) La totale!, del 1991. Per la sua interpretazione, Jamie Lee Curtis ha vinto il Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia e e il Saturn Award per la miglior attrice. Alla fine il film ha incassato 378 milioni di dollari in tutto il mondo al botteghino, diventando il terzo film di maggior incasso del 1994, dietro Il re leone e Forrest Gump.

L’idea è nata nel lontano 2010

La serie tv di True Lies oggi porta la firma di Matt Nix che, in passato, si era occupato anche di Burn Notice. Il progetto di serializzare il film di Cameron risale al 2010. All’epoca il pilot fu proposto per ABC, ma subito si è arenato. Nel 2017 il regista McG aveva ripreso la sceneggiatura e pensando a una serie per FOX senza ricevere l’approvazione. Nel 2021 il progetto è arrivato su CBS cha ha ordinato lo show per un totale di 13 episodi.

Non tutti ai vertici della rete sono ancora conviti della serie tv. L’ordine pare che sia arrivato solo per le potenzialità del brand. Gli ascolti negli Usa non sono esaltanti e, forse, non ci sarebbero buone speranze per una seconda stagione.

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