Fin da che si ha memoria, i medical-drama sono sempre stati presenti all’interno del contesto televisivo americano. Raccontare il mestiere del medico, tra emergenze e vita privata, ha destato molto interesse da parte del pubblico. Partendo dalla storica General Hospistal, passando per Chicago Hope, fino ad arrivare ai recenti ER e Grey’s Anatomy. Un genere che si è sempre innovato, capace di fotografare il mondo che stiamo vivendo attraverso la vita di medici e infermieri che lottano contro tutti e tutti pur di salvare la vita paziente. Un successo, quello del medical-drama, che è uscito dal territorio americano ed è arrivato anche qui in Italia con serie di importazione e anche di nostra produzione (citando ad esempio il grande classico di Incantesimo). Simbolo che è il modo giusto per conoscere i vizi e le virtù del mondo di oggi. Tra le tante serie tv che hanno trovato successo nel nostro Paese c’è anche New Amsterdam. Lo show ha avuto l’ardire di riportare, con successo, la grande serialità americana in prima serata dopo un lungo periodo di assenza e di progetti che non hanno trovato il favore del pubblico.
E, nonostante New Amsterdam è presente anche su Netflix (con le prime tre stagioni) e su Amazon Prime Video, il medical drama di ultima generazione resta il punto fermo per la programmazione estiva di Canale 5. Dal 7 giugno è previsto il ritorno del dottor Max e di tutta la sua "banda" con gli episodi – 13 in tutto – della quinta e ultima stagione. Sì, la serie che è ambientata nell’ospedale pubblico più antico della Grande Mela, si accomiata dal pubblico nel momento di massima espressione della sua "potenza" narrativa, scrivendo la parola fine a uno show che ha regalato tanto al pubblico e che, soprattutto, ha raccontato i grandi passi della medicina di oggi, tra emergenze e pandemie. Ma, come mai una serie così usuale come New Amsterdam ha trovato così largo consenso? La risposta è semplice: ha saputo parlare al cuore del pubblico.
Cosa succede nell’ultima stagione?
L’ultimo episodio andato in onda – e che ha chiuso poi la stagione numero 4 – è terminato con un grande colpo di scena. Il direttore sanitario del "Dam", interpretato da Ryan Eggold, ha deciso di seguire Helen Sharpe in Inghilterra, trasferitasi per far carriera. I due hanno deciso di sposarsi, ma a causa di un uragano che ha messo a dura prova l’ospedale e i medici, il dottor Max ha deciso di spostare il matrimonio sul tetto del New Amsterdam per non perdere l’occasione di sposare la sua amata. Tutto è pronto per il sì, ma all’improvviso Goodwin ha ricevuto una telefonata che gli ha spezzato il cuore: Helen annuncia di aver deciso all’ultimo minuto di salire sul suo volo per New York. I nuovi episodi ripartono proprio da qui. Qualche mese dopo, Max torna al timone dell’ospedale di New York e, ovviamente, si trova ad affrontare numerose difficoltà sul piano professionale. Ad attenderlo, però, ci saranno soprattutto le incertezze sentimentali e il vuoto lasciato da Helen Sharpe.
Tanto sentimento per una storia che piace (proprio) a tutti
Storie semplice ma di grande impatto. Personaggi dai contorni ben delineati, che si prendono molto sul serio e riescono a regalare veridicità alla narrazione. Una formula già collaudata per New Amsterdam ma, di fatto, è una formula che ha permesso alla serie di trovare il suo successo. In cinque stagioni, oltre alle tante emergenze ospedaliere che tutti i medici hanno dovuto affrontare – il Covid, ad esempio, non è sfuggito da questa equazione -, lo show ha puntato in particolare su storie intime e personali dei protagonisti, regalando spazio ai loro drammi, ai traumi, ai problemi di salute, di vita o di coppia. Sfruttando tutti i classici clichè da soap-opera, New Amsterdam ha gettato uno sguardo su tutto ciò che ruota attorno a un centro medico e alle emergenze mediche. Più che altro, ha criticato con un certo livore, il concetto stesso di sanità che negli Usa – anche se non sembra – non è aperta a tutti a causa degli alti costi di gestione. Il "Dam" è uno dei pochi ospedali gratuiti della città, l’unico che cerca di stare a galla e che cerca di curare i pazienti (quelli senza assicurazione) al meglio delle sue qualità. E le storie, così intese e vibranti, sono state la componente aggiuntiva a uno show che ha raccontato (per davvero) qualcosa di nuovo sul genere.
New Amsterdam è l’ultimo medical drama rimasto in tv
La fine di New Amsterdam – che non deluderà il pubblico – porta con se una serie di considerazioni. Oggi, nell’epoca delle piattaforme streaming che cercano di proporre serie tv al passo con i tempi, nel suo piccolo sono prodotti simili a New Amsterdam che hanno più aderenza con il mondo che viviamo. Racconta ciò che abbiamo intorno, la società e tutte le sue criticità. Ha avuto successo anche per questo. Inoltre, restando nel mondo dei medical drama, ha avuto la capacità di non perdere mai la sua identità e di volgere lo sguardo ai veri problemi che girano intorno alla sanità americana, proponendo a volte anche una risposta su come risolvere le criticità. Ben lontano da Grey's Anatomy che ha trasformato la medica in un siparietto comico, New Amsterdam resta fermo nelle sue convinzioni senza mai sbagliare un colpo. È l’ultimo vero medical drama rimasto in tv, anche se in tv il genere continua a splendere sotto altre forme.
Tra realtà e fiction
Prodotto di finzione ma non troppo. L’ospedale che si vede in tv non è frutto della fantasia degli sceneggiatori. Sulla First Avenue di Manhattan, nel cuore di New York, si trova il Bellevue Hospital, fondato il 31 marzo del 1736. Ad oggi è il più antico ospedale pubblico di tutti gli Stati Uniti. Un luogo che rappresenta un pezzo importante della storia americana. Già a 50 anni dalla sua fondazione, il Bellevue divenne un punto di riferimento fondamentale della comunità scientifica. Nel 1878, infatti, la prestigiosa Columbia University vi inviò alcuni dei suoi studenti più brillanti. Qui ha lavorato, per oltre 15 anni, il dottor Eric Manheimer che è stato il direttore sanitario e la cui figura ha ispirato il protagonista di New Amsterdam, ovvero il dottor Max Goodwin. Ma non è tutto. Nel corso dei suoi 15 anni di lavoro, Manheimer ha riempito oltre 150 quaderni di appunti che sono stati poi utilizzati per la realizzazione di "Twelve patients: life and death at Bellevue Hospital", libro che successivamente ha ispirato la serie tv.
Un breve ma meritato addio
Scrivere la parola fine non è mai facile. Soprattutto quando si parla di serie come New Amsterdam che potrebbero andare avanti ben oltre la stagione 5. Ma, arrivare al giro di boa con la consapevolezza che la storia è al suo apice è segno di grande gratitudine verso il pubblico.
Così, con 13 episodi, lo show saluta gli affezionati e lo fa con la sua solita carica emotiva e con le sue storie intense e appassionanti. Forse in tv non ci sarà mai più una serie così potente come New Amsterdam, e il bello è proprio questo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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