"King The Land", l'Italia pazza per il dramma coreano

La Corea diventa una potenza non solo con il K-pop ma anche con le serie Tv. King The Land, ora su Netflix, è la prova di come una commedia romantica possa diventare la denuncia del mondo femminile del lavoro

"King The Land", l'Italia pazza per il dramma coreano
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Dopo quella K-pop con le band più famose ad iniziare dai BTS, che hanno ormai travalicato i nostri confini, ora dalla Corea arriva anche l'invasione dei K-Drama che stanno prendendo sempre più piede nel nostro Paese. Grazie alle piattaforme come Netflix, ma anche Prime Video, e ai numerosi titoli proposti, sono passati dall'essere definiti un prodotto teen, a conquistare un pubblico più adulto.

La dimostrazione sono i centinaia di siti nati negli ultimi tempi che parlano, raccontano e spiegano le sfumature più sottili di queste lunghe serie all'apparenza improbabili, a volte buffe e sicuramente stravaganti, che però hanno molte più "pieghe" di quelle che le apparenti sceneggiature rom com (commedie romantiche, ndr) vogliono raccontare. Tra queste, una delle serie del momento: King The Land - un sorriso sincero, salito ai primi posto nel mondo per il numero di visioni, ed interpretato da due attori eccezionali: lo statuario Lee Jun-ho, dei 2PM, e Im Yoon-a delle Girl's Generation.

Due Idol K-Pop, di una bravura straordinaria -soprattutto Jun-ho - e per rendersene conto, dopo aver visto la serie ora disponibile con tutte le puntate su Netflix, basta guardare anche i loro precedenti lavori come Wok of Love ma soprattutto l'epico The Red Slave entrambi su Viki, in cui la sua l'interpretazione meriterebbe un riconoscimento internazionale.

Attori di grande caratura

Ma non è soltanto lui l'unico esempio di quanto la Corea del Sud stia esportanto grandi prodotti, a partire come dicevamo dal K-Pop, fino ad arrivare a produzioni cinematografiche che sempre più stanno ottenendo il plauso internazionale. Alla ricerca della perfezione in ogni lavoro dalla sceneggiature alla regia e soprattutto alla recitazione, è difficile una volta entrati in questo mood riuscire a vedere con gli stessi occhi alcune sopravvalutate produzioni americane o europee.

E mentre la moda ha capito subito il valore di questa miniera d'oro, facendo diventare global ambassador le grandi star coreane che economicamente sono una vera manna, il cinema non ha ancora aperto completamente gli occhi su quanto si possa imparare da produzione spesso snobate, considerate di serie B e bollate con il ghettizzante "prodotto teen", senza comprendere che sono proprio le nuove generazioni ad avere il polso dei cambiamenti di gusti e interessi.

King The Land

Prototto da JTBC, King the Land - Un sorriso sincero è una rom-com tratta da un webtoon (un fumetto) e racconta la classica storia incentrata sul chaebol, ovvero il lui di una potente azienda familiare e una lei povera che finiscono per innamorarsi. Ma sotto questa apparente trama, si nasconde una delle più reali rappresentazioni del mondo del lavoro femminile. Una denuncia cruda, di una società ancora fortemente maschilista che riesce in un commedia romantica da batticuore, a far passare un grido potente, molto più di altre forme di denuncia.

Il mondo del lavoro delle donne

Nella trama principale, Gu Won figlio di secondo letto del proprietario del King Group una multinazionale che possiede alberghi, una compagnia aerea e negozi di lusso, finisce per innamorarsi di Cheon Sa-rang una ragazza di umili origini cresciuta dalla nonna, il cui sogno è quello di diventare la manager in un grande hotel. Ma la sottotrama raccontata dalle amiche delle ragazze, una hostess e la commessa del negozio di lusso sempre del King Group, dice ben altro, denunciando soprusi nel mondo del lavoro femminile, lo sfruttamento e le avversità a cui sono sottoposte le donne, e non soltanto nei confini coreani.

Senza spoilerare il finale, è importante invece il percorso e la volontà che Gu Won, che rappresenta le giovani generazioni, diventato direttore attuerà per cambiare le cose, come dire un piccolo passo in un mare di ingiustizie e tossicità

maschile, che però passa molto bene, con la leggerezza di una piuma tra location da sogno, fasti e vecchie tradizioni ormai obsolete. Un messaggio che passa con potente gentilezza che ha fatto della serie un piccolo cult.

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