È l'estate del 1997, gli anni Novanta sono al loro massimo splendore e per i più giovani non c'è nessuna esperienza emozionante come l'idea di viaggiare in Interrail. Tra questi giovanissimi alla ricerca di se stessi o spaventati da un futuro che si fa sempre più vicino, ci sono Alessandro (Luca Santoro) e Anna (Beatrice Fiorentini). I due non si conoscono, non si sono mai visti, e l'unica cosa che hanno in comune è quella di viaggiare sullo stesso treno. Poi, di punto in bianco, a causa di un malinteso, Anna e Alessandro si trovano a terra, in un paesino dimenticato da Dio, senza bagagli e senza amici, con la sola compagnia dell'altro. Questo è il punto di partenza di Un amore, miniserie che vede come protagonisti Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti nei panni di Alessandro e Anna, ormai adulti, ormai alle prese con le proprie vite. Di quell'estate del '97 non è rimasto altro che un ricordo e montagne di lettere. I due giovani protagonisti che cercavano il proprio posto nel mondo non si sono più rivisti, ma hanno continuato a scriversi, riversando nelle lettere non solo le loro vite, ma anche i loro sentimenti e quelle fantasie di un amore che sembra non poter esistere al di fuori della carte e dell'inchiostro. Adulti, appunto, Alessandro e Anna hanno forse l'occasione di incontrarsi di nuovo, a Bologna, con la sensazione però che il tempismo non sia proprio il loro forte. Un amore, dunque, è quello che la serie punta a raccontare. Non il "grande amore", non l'"unico amore": ma uno dei tanti possibili sentimenti capaci di legare due estrenei e tenerli avvinti per sempre. O quasi.
Un amore all'insegna della nostalgia
Se, a livello di trama, Un amore sembra quasi un erede di C'è posta per te - con l'idea dei due personaggi protagonisti che si mettono a nudo tramite la scrittura - in realtà la serie creata dallo stesso Stefano Accorsi insieme a Enrico Audenino, è figlia del contesto attuale in cui viviamo. Un contesto emotivo e culturale dove a farla da padrone è la nostalgia. Sono tantissimi i prodotti che mettono un certo sentimento malinconico al centro del racconto, si pensi ad esempio allo struggente Hors-Saison con Alba Rohrwacher, dove il nucleo narrativo è costruito proprio dal desiderio forse irrealizzabile di riportare in vita un tempo che non esiste più, che vive solo nella memoria di coloro che lo hanno vissuto. Un amore non fa differenza: soprattutto nei primi episodi si sente proprio il peso della nostalgia, il sentimento amaro di chi si trova a vivere una vita che forse non è propriamente quella che si era sognata alla soglia dell'età adulta. Un sentimento che è acutizzato dalla regia lenta e precisa di Francesco Lagi, la cui macchina da presa si insinua nella quotidianità dei protagonisti, nelle loro frasi non dette, nelle confessioni che sembrano quasi avvenire fuori quadro. Il rischio, in questo senso, è quello di costruire un mondo diegetico che diventa languido, melenso, e che potrebbe minare l'attenzione di un pubblico abituato a fruire sempre più di prodotti mordi-e-fuggi. Un amore, al contrario, è una miniserie che si deve assaporare, che si basa proprio sul concetto dello scorrere del tempo - e infatti ci sono due piani temporali della storia - e che ha una sua innata eleganza che non può essere sottomessa a un ritmo febbrile.
Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti riescono a restituire l'ambivalenza dei personaggi che interpretano, il loro essere sospesi a metà tra due realtà, tra la vita scelta e la vita sognata. E proprio le loro interazioni sono forse l'elemento più riuscito di Un amore, che resta un titolo perfetto da vedere nel mese di febbraio.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.