Tutti i segreti di Mare Fuori, il prison drama della Rai che (ri)torna su Netflix

Un successo inarrestabile per la fiction Rai che ha conquistato anche il pubblico di Netflix. Ma cosa c'è dietro il fenomeno dei "ragazzi" di Mare Fuori?

Tutti i segreti di Mare Fuori, il prison drama della Rai che (ri)torna su Netflix

C’è da dire che la serialità del nostro Paese ha compiuto un vero e proprio balzo in avanti negli ultimi anni. Senza nulla togliere alle fiction "confortanti" che sono in programmazione sui Rai e Mediaset, la tv di qualità e che guarda con invidia al mercato televisivo americano ha trovato ampio spazio anche in Italia. Relegata solo nei canali a pagamenti, adesso anche la tv free ha trovato il modo di raccontare gli usi e costumi dell’Italia attraverso storie forti e di grande impatto visivo. Sono storie amate, odiate ma seguite proprio perché sono uniche nel loro genere. E dopo Romanzo Criminale – il grande apripista -, il successo internazionale diGomorra e dell’Amica Geniale, è impossibile non aprire una parentesi su Mare Fuori, fenomeno di culto che ha travolto il web e non solo. Arrivata in sordina su Rai Due nel settembre del 2020 – sotto la direzione di Ivan Silvestrin -, da quando la fiction è stata acquistata da Netflix ha trovato un largo consenso tra i giovani (e meno giovani), diventando a tutti gli effetti uno dei successi più grandi (e a tratti inspiegabili) della nostra serialità.

A una prima stagione di Mare Fuori, fanno seguito altri due capitoli di cui l’ultimo è andato in onda nel febbraio del 2023, arrivando prima su Raiplay e poi in prime time. Ora la serie è scomparsa dai canali streaming della Rai per trovare spazio, per l’appunto, su Netflix dove è già nella top ten dei prodotti più visti e "cliccati" del colosso dello streaming. Che Mare Fori sia una serie da tenere d’occhio questo è un dato di fatto, ma ancora oggi non si spiega come un drama adolescenziale ambientato a Napoli e in un carcere minorile, abbia trovato così largo consenso tra il pubblico. Il segreto del suo successo? Raccontare una nuova epopea criminale dove per tutti è permesso trovare la redenzione dai loro “peccati”.

"Nun te preoccupá, guagliò. Ce sta ‘o mare fore"

Ambientato in carcere minorile di Napoli, liberamente ispirato alla struttura che si trova realmente a Nisida, la storia si focalizza sul percorso di redenzione di un gruppo di ragazzi e di ragazze e del loro reinserimento nella società. Tutto ha inizio quando Filippo, ragazzo milanese, entra all’IPM dopo che, accidentalmente, ha ucciso a Napoli un suo amico. Entrato in un mondo a lui sconosciuto, finisce per stringere amicizia con Carmine, ragazzo tormentato dei bassifondi, che cerca di prendere le distanze dalla sua famiglia, imbrigliata nello spaccio di droga e in lotta con la famiglia Ricci. Proprio per questo, durante la sua permanenza, viene preso di mira da Ciro e i suoi "fedelissimi", in un crescendo di litigi e patti scellerati. Ogni episodio si arricchisce con dettagli sui singoli personaggi coinvolti, regalando uno sguardo sulla vita fuori dal carcere, raccontando i motivi per il quale sono arrivati all’IPM. Dalla seconda stagione, la vicenda assume contorni da soap-opera con un cambio di registro molto importante ma che influisce positivamente sulla storia. Con l’uscita di scena di Ciro Ricci, il personaggio di Edoardo prende potere nell’IPM come villain dai contorni sfumati, fino all’arrivo di Rosa Ricci che intreccia una relazione con Carmine, nonostante sia il suo nemico giurato.

Una Gomorra per adolescenti?

Che sia una serie che parla di malavita è un dato di fatto. Lo si nota molto chiaramente dal suo intreccio, ma oltre a storie che affondano in un contesto di illegalità e crimine organizzato, Mare Fuori trova il modo di prendere le distanze da serie simili – come Gomorra – per spingersi oltre e nel pennellare storie umane di giovani ragazzi che cercano la propria redenzione. Molti riescono a uscire da un contesto malavitoso, altri ne restano imbrigliati proprio perché non trovano una valida alternativa alla vita che hanno scelto. Il punto di forza è insito proprio in questo. Serie, appunto, come Gomorra hanno celebrato il male attraverso gli occhi del male stesso, ambientando la storia in un contesto in cui o si è camorrista o lo si diventa e basta; Mare Fuori, invece, racconta un altro lato di quel male subdolo e lo fa attraverso gli occhi di giovani ragazzi che, senza volerlo, restano imbrigliati in una spirale autodistruttiva in cui non è facile riuscire a stare galla. La serie vuole insegnare che c’è la possibilità di uscire indenni da questo fuoco incrociato, mostrando come sia "semplice" riuscire a vivere in un mondo malato senza lasciarsi coinvolgere da esso.

Storie efficaci e coinvolgenti

Dicevamo, storie fresche e sincere ma di grande impatto. Mare Fuori convince perché è una serie indirizzata a tutti. Sia un pubblico "basso" che "altro". È un teen-drama ma è anche una storia che fa parlare il ventre di Napoli, il suo lato oscuro e il suo volto più bello, mostrando una città viva, piena di tradizioni e di usi e costumi. E, nonostante la prima stagione sia stata quella più lenta da un punto di vista narrativo, capitolata poi in un finale di stagione crudo e violento, lo show si riscatta con il secondo arco narrativo, proponendo uno sguardo incisivo ma patinato sulle storie ambientate nell’IPM. Sì, storie efficaci, che riflettono sui più classici problemi dei giovani di oggi, ma coinvolgenti e di grande impatto. Costruita proprio per un binge watchiing in cui, però, è facile perdersi.

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La terza stagione come punto di svolta

Essenzialmente, Mare Fuori è una serie che è cresciuta stagione dopo stagione. La terza, fino ad ora, è la migliore. Con una conoscenza approfondita dei personaggi e del loro passato, è stato facile costruire attorno a loro un plot unico del suo genere. Come la storia di amore e vendetta che è stata affidata al personaggio di Edoardo, oppure al tormentato amore tra Carmine e Rosa che ricorda – alla lontana – una sorta di Romeo e Giulietta in salsa partenopea; dalla fuga di Filippo, fino alle new entries come Micciarella, Cucciolo e Milos. Un puzzle di idee di ottima fattura e che ha trovato, ovviamente, il plauso da parte del pubblico. La terza stagione che ora è su Netflix, al suo primo passaggio su Raiplay ha totalizzato numeri da capogiro che si sono confermati anche nella sua messa in onda su Rai Due. Il web ama Mare Fuori e, se da una parte si può comprendere la gittata del fenomeno, dall’altra non si capisce come un prodotto così usuale – ammettiamolo - sia diventato un tale successo.

Cosa succederà nei nuovi episodi

A Napoli, tra la ressa dei fan, sono in corso le riprese della stagione 4 (una quinta e una sesta sono già confermate) per una trasmissione entro l’anno o per inizio del 2024. Ci sono tanti nodi da sciogliere. Come il destino di Edoardo, freddato dall’uomo a cui aveva giurato fedeltà, fino al destino di Rosa e Carmine. È confermato il ritorno di Ciro ma solo in alcuni flashback. Per fortuna l’effetto resurrezione è stato scongiurato. Filippo e Naditza, per ora, non torneranno nella serie.

Mare Fuori oltre la tv: in arrivo anche in musical

Un fenomeno non è tale senza i suoi spin-off.

In America la serie verrà trasmessa con il titolo di Sea Beyond, e dal prossimo dicembre, a teatro arriverà anche un musical ispirato allo show sotto la direzione di Alessandro Siani. Si tratterà di una storia parallela alla serie e, oltre a nuovi personaggi, è previsto il ritorno anche di alcuni attori visti in tv. La “mitica” Rosa Ricci è una di queste.

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