La serie sulle vite sospese in alta quota. Ma "Black Out" non si ispira a Rigopiano

Da lunedì su Raiuno, nel cast Preziosi. "Non è pornografia del dolore"

La serie sulle vite sospese in alta quota. Ma "Black Out" non si ispira a Rigopiano

Il riferimento, se c'è, è soltanto inconsapevole. «Abbiamo troppo rispetto di quanto è accaduto, per fare della pornografia del dolore taglia corto l'autore del soggetto, Valerio D'Annunzio -. E se nella nostra storia si può notare qualche somiglianza con la realtà, vuol dire che questa è riaffiorata solo in modo inconscio».

Non è dunque ispirato alla terribile tragedia di Rigopiano, la serie Black Out otto episodi da cinquanta minuti, in onda su Raiuno da lunedì 23 e realizzati in collaborazione con Trentino Film Commission - che, nel narrare la disavventura di un gruppo di sciatori bloccati in un lussuoso albergo dal crollo di una valanga, sembra ricordare la tragedia della slavina che nel 2017 investì e seppellì un albergo dell'appennino abruzzese, provocando ventinove vittime. «In realtà Black Out è soprattutto un mistery relazionale precisa Maria Pia Ammirati (presidente di Rai Fiction, produttrice assieme alla Eliseo Entertainment di Luca Barbareschi) -. Cioè un thriller in cui gran peso hanno i rapporti, molto intrecciati e spesso ambigui, che legano fra loro i personaggi rimasti intrappolati nell'albergo».

L'unico passo che porta alla valle del Vanoi (in Trentino, dove la serie è stata girata per tredici settimane) è infatti bloccato dalla valanga; l'elettricità saltata, le comunicazioni interrotte. I clienti dell'albergo, tagliati fuori dal mondo e col problema dell'esaurimento delle scorte, hanno ulteriori motivi di tensione: fra loro ci sono segreti da nascondere, identità da camuffare, azioni poco pulite da compiere. Ma soprattutto c'è un assassino. E al centro della narrazione, «come un occhio del ciclone in mezzo al vortice delle disavventure», c'è lui: Alessandro Preziosi. «Interpreto un uomo colto in un momento molto difficile della sua vita racconta l'attore -. È padre e ha perso la moglie. E proprio mentre cerca di ricomporre la propria esistenza, ecco il black out che cambierà di colpo il destino suo e di tutti gli altri personaggi».

Fra i quali anche una donna (interpretata da Rike Schmid) che in quell'albergo si trova sotto copertura, con la figlia: è stata infatti testimone di un delitto di mafia, e ora vive con una falsa identità. Nella realtà qualche problemino l'ha vissuto anche la troupe di oltre cento persone, capitanata dal regista Riccardo Donna: «La serie è stata girata in piena pandemia racconta lui stesso -. In più le splendide location prescelte, piene di neve alla prima perlustrazione, ne erano totalmente sprovviste al momento di girare. Spesso abbiamo dovuto procurarci da soli la neve, cambiare luoghi all'ultimo momento.

Tutto questo lottando col freddo, che invece abbondava. Il risultato? Un film, nonostante tutto, pieno di neve». «Nella mia carriera non avevo mai girato una serie rimanendo per tredici settimane lontano dal mondo osserva Preziosi -. Una sorta di avventura nell'avventura».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica