Era il 1976 quando sul set de L'innocente, l'ultimo film che Luchino Visconti stava girando a Roma, apparve in un cameo Anna Gastel. Allora poco più che ventenne, era la nipote di Luchino, figlia di Ida Pace, sorella del regista, entrambi discendenti da parte di padre dalla famiglia dei Visconti di Modrone che da secoli aveva intecciato le sue sorti a quelle di Milano e da parte di madre dagli Erba, proprietari milanesi della più grande azienda farmaceutica italiana. Esordiva così cinquant'anni fa nel mondo dell'arte quella che per decenni è stata figura di spicco della cultura e che il Comune di Milano ha deciso di onorare, dopo la sua scomparsa pochi mesi fa, iscrivendone il nome nel Famedio del Cimitero Monumentale, a ricordo della preziosa opera culturale svolta per la città.
Il cinema, a fianco di uno zio così importante, l'aveva sicuramente affascinata, tanto che parlerà sempre con gioia della sua partecipazione a quel film, ricordando l'euforia della vita sul set, tra Palazzo Colonna e Casina Valadier, l'emozione di poter indossare i preziosi vestiti di scena confezionati dalla sartoria Tirelli e disegnati da Piero Tosi, i meravigliosi gioielli che Bulgari metteva a disposizione, portati ogni mattina sulle scene con camionette blindate e guardie armate e la volontà dello zio regista che fosse pettinata e truccata nel camerino della prima attrice, Laura Antonelli: Visconti rivedeva in Anna l'aspetto della madre, Carla Erba, figura così importante da renderne ricorrenti nei suoi film le allusioni.
Ma gli interessi della giovane Gastel erano a quei tempi ancora acerbi e si sarebbero manifestati solo qualche anno più tardi sia con la passione per il canto che praticò sempre, seppur a livello amatoriale, sia con quella per il mondo dell'arte che la vide invece impegnata in prima linea. Dopo essersi laureata all'Università proprio in Lettere e Filosofia con indirizzo storico artistico, proseguirà gli studi a Londra seguendo un corso organizzato dalla casa d'aste inglese Christie's e dopo essere stata notata dal direttore, nascosto dietro le quinte, mentre improvvisava per gioco ma con voce sicura e piglio certo una finta battuta d'asta davanti ai compagni di corso, alla prima occasione venne chiamata a fare da banditrice. Questa volta a una vera asta di Christie's, risultando il primo battitore donna nella storia della più antica e prestigiosa casa d'aste del mondo e riuscendo immediatamente a conquistare il pubblico dei collezionisti grazie a fascino e brillantezza, uniti a grande preparazione.
Collaborò in seguito a progetti con personaggi eminenti del mondo dell'arte come Federico Zeri, Vittorio Sgarbi, Luisa Vertova e Dario Durbé (si occupò ad esempio dell'Archivio dei Macchiaioli e del catalogo di Giovanni Boldini), quindi lavorò assieme al marito Giorgio Taroni, disegnatore di tessuti, presentando le sue tavole in Italia, presso stilisti importanti come Valentino o Versace ma anche all'estero, in particolar modo in Giappone.
Nel 2006, su richiesta della sua amica ed estimatrice Giulia Maria Ricci, Anna Gastel iniziò a collaborare con il Fai, Fondo ambiente italiano. Qui, in un decennio, come consigliere nel cda del Fai, presidente del Fai Lombardia, membro del comitato esecutivo Fai, quindi vicepresidente nazionale, fonderà il Fai Giovani, il Fai Swiss, i Gruppi Fai sul territorio, quasi triplicando in pochi anni gli iscritti lombardi e svilupperà il progetto Via Lattea per valorizzare e promuovere il territorio rurale lombardo, con oltre 700 volontari al seguito. Il fiore all'occhiello di questo eccezionale periodo al Fai è stato forse il restauro della Palazzina Appiani, seguito passo passo fino ai più piccoli particolari, dal ripristino dei tendaggi impero, a quello dei lampadari di cristallo, fino al recupero del fregio dipinto da Appiani nel salone d'onore. Dalla fine del 2015, su richiesta dei sindaci di Milano e Torino, ecco il ritorno alla musica: viene eletta presidente del Festival Musicale MiTo Settembre Musica. Lavora per quasi dieci anni al progetto, presentando alcuni dei più importanti musicisti del panorama internazionale assieme a eccellenze della musica milanese e torinese, proponendo concerti di alto livello a prezzi accessibili e non solo in celebri teatri lirici o in note sale musicali, ma scegliendo di promuovere la grande musica anche in zone nuove delle due città, per attirare un pubblico sempre maggiore e vario e rispondendo così a quella necessità di cultura che dovunque è richiesta.
«Con la scomparsa di Anna Gastel - ebbe a dire il sindaco Beppe Sala il giorno in cui venne a mancare - Milano perde una donna simbolo della sua vita culturale».
E allora, di fronte a tanto impegno artistico, culturale e civile, ecco oggi la scelta del Comune di onorarla con l'incisione del nome, tra quello di altri cittadini illustri, nel Famedio perché possa per sempre essere ricordata.
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