La sfida dell’Alto Adige al Veneto: "Prendiamo Cortina e via dall’Italia"

Il presidente della provincia autonoma di Bolzano Luis Dürnwalder lancia la provocazione in un’intervista: "Ce ne andiamo in Austria con la Perla delle Dolomiti". Il politico altoatesino replica così alle critiche del governatore del Veneto Galan sui privilegi economici dei "vicini"

La sfida dell’Alto Adige al Veneto: 
"Prendiamo Cortina e via dall’Italia"
«Galan faccia attenzione, che se torniamo all’Austria ci portiamo dietro anche Cortina ». Antichi rancori, nuove polemiche. Che arrivano a riscaldare un Ferragosto incerto nel meteo e già turisticamente compromesso, in molte località, causa i tanti, troppi portafogli vuoti. La puntualizzazione piccata del governatore altoatesino Luis Dürnwalder, che vorrebbe impacchettare la perla delle Dolomiti e regalarla a Vienna in caso di trasloco, è arrivata ieri, dopo che il suo omologo del Veneto, Giancarlo Galan affrontando in un’intervista l’annosa questione delle autonomie speciali, era tornato giorni fa ad attaccare la ricchissima (di contributi) Provincia autonoma di Bolzano con la seguente frase: «Avrei preferito che tornasse all’Austria e che l’Istria restasse all’Italia. Ma nei giochini di Yalta si sono fatti pasticci storici gravi».

Una storia che si avvita su se stessa a fasi alterne, dunque. Da quel Febbraio del 1945 quando, in Crimea, i grandi del mondo di allora, vincitori della seconda guerra mondiale, decisero di ridisegnare la mappa geo-politica dell’Europa. Famiglie divise e vicende di disperazione, di revanchismo e di giustizia, a seconda dei confini da cui si guardano e si vivono. Che in tutti questi anni sono, puntualmente rimbalzate dall’Istria all’Alto Adige. Ed eccoci, dunque all’ennesimo capitolo di quest’infinito e amaro romanzo: Galan, sempre pronto a ricordare la disparità di trattamento e di aiuti per la montagna veneta in confronto a quella riservata ai vicini altoatesini, che riparte all’attacco. Spinto anche dai mugugni degli operatori turistici veneti, Cortina compresa, che mai come quest’anno arrancano per far quadrare i conti della stagione estiva.

Luis Dürnwalder che replica: «I contributi che la Provincia di Bolzano dà ai vari settori economici non sono niente di strano e soprattutto sono approvati dalla Ue. Non capisco pertanto le polemiche che ciclicamente vengono a galla». E il deputato del Pdl Maurizio Paniz che contro-replica: «Con le sue dichiarazioni Dürnwalder evidenzia solo prepotenza e mancanza di rispetto per tutti i bellunesi e i veneti, dimenticando che vive nel benessere anche grazie a quanto i veneti gli danno. Dovrebbe essere per lo meno più umile e grato. Ma la ruota gira presto». Vero è che Cortina rappresenta spesso il motivo delle frequenti schermaglie fra Galan e Dürnwalder. Vedasi il famoso referendum «secessionista».

Era soltanto l’Ottobre dell’anno scorso, quando la gente di quei luoghi ha scelto di andarsene col Trentino-Alto Adige. Non erano in gioco ovviamente i confini di Stato, ma la riposta plebiscitaria di Cortina come pure dei Comuni di Livinallongo Col di Lana e Colle Santa Lucia fu il pretesto per un nuovo duello fra i due governatori. Ad un Dürnwalder quasi euforico per il risultato, Galan ebbe a ricordare che i trasferimenti pro capite sono di 704 euro per la provincia autonoma di Bolzano e di 230 euro per Cortina, che le entrate tributarie sono di 251 euro per Bolzano e 1.899 per Cortina. E ancora che, a fronte di 1.168 euro di entrate in conto capitale, cioè di investimenti, per Bolzano, ce ne sono 328 euro per Cortina. Un appeal davvero seducente al momento del voto.

Risultato? Un ovvio, prevedibile e previsto plebiscito. Dovuto all’insostenibile confronto tra regioni a statuto speciale e regioni a statuto ordinario. Da qui la chiosa di Galan, all’epoca del «fattaccio »: «I referendum secessionisti sembrano fatti apposta per prendere in giro la gente, chiamata a partecipare a una messinscena che non porta da nessuna parte.

Meglio dire, allora, che Cortina, desiderosa di rispolverare le proprie tradizioni ladine e incamerare i milioni di euro garantiti alle regioni a statuto speciale, vorrebbe ardentemente passare all'Alto Adige. E che sono gli ampezzani, imbecilli?».

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