Lo sfogo in Usa: «Non mi sento bocciato»

Il ministro in missione a Washington. E oggi vola a New York per provare a convincere gli investitori di Wall Street

Mariuccia Chiantaretto

da Washington

«Non mi sento bocciato dal Financial Times». Il ministro dell'economia Tommaso Padoa-Schioppa, a Washington per una serie di incontri col segretario del Tesoro americano, il presidente della Federal Reserve e il direttore del Fondo monetario, ha sostenuto ieri durante una conferenza stampa presso l’ambasciata d’Italia di non aver letto l’articolo che lo relega all’ultimo posto fra i ministri europei.
«Le critiche argomentate - ha spiegato Padoa-Schioppa ai giornalisti italiani che l’aspettavano al varco - sono utili, se nascono da argomenti bene informati. L’articolo non è bene informato. In ogni caso non l’ho ancora letto».
Alla domanda se avrebbe preferito essere promosso dal Financial Times anziche dai sindacati, il ministro ha ribadito di non sentirsi bocciato e meno che mai di sentirsi sotto esame da parte dei sindacati. «Il Financial times - ha affermato - ha in realtà riportato giudizi positivi sulla manovra italiana. Le misure concordate col sindacato vanno valutate nel merito».
Il ministro, che si dice convinto di vedere la sua Finanziaria approvata entro dicembre - si è rifiutato di commentarne due aspetti controversi: il superbollo e la copertura per il contratto per gli statali. A una domanda specifica si è limitato a rispondere: «Non entro nel merito».
Giunto nella notte a Washington, Padoa-Schioppa si è presentato in mattinata, marchiato dalla brutta pagella che non poteva nascondere, al ministro del Tesoro americano Henry Paulson, al presidente della Federal Reserve Ben Bernanke e al direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Rodrigo De Rato. Si è fatto aspettare più di un’ora dai giornalisti convocati per la conferenza stampa perché prima di lasciare il complesso del Fondo monetario/Banca Mondiale ha partecipato ad una cerimonia commemorativa per la scomparsa dell’economista Enzo Grilli.
Col collega ministro Henry Paulson, a cui ha tentato di spiegare la nuova politica economica italiana, ha sostenuto d’aver rafforzato i rapporti personali e di aver focalizzato l’incontro su alcuni punti di interessi comuni fra i due paesi come la vigilanza in materia bancaria.
Al direttore generale del Fondo Monetario, Padoa-Schioppa ha offerto la collaborazione dell'Italia alla missione del fondo che in questi giorni si svolge a Roma. I due hanno poi discusso della riforma dell’istituzione internazionale.
Il Fondo monetario aveva espresso un giudizio positivo sulla politica economica del governo Berlusconi. Quando gli è stato domandato se fosse stato toccato l’argomento della discontinuità dell’esecutivo Prodi, Padoa-Schioppa ha replicato: «Non abbiamo parlato del passato e non ho espresso giudizi. Ho invece parlato di come ho cercato di gestire la legge finanziaria. Ha un valore avere degli interlocutori che hanno seguito la situazione del nostro paese in tempi precedenti».
Alla Federal Reserve Padoa-Schioppa non si è sentito sotto esame. «Con Ben Bernanke - ha detto - ci siamo scambiati opinioni da ex colleghi. Non avevo questioni specifiche da trattare. Abbiamo parlato di come vediamo l’economia».
Dopo la conferenza stampa il ministro italiano è partito per New York dove incontrerà i guru di Wall Street che ovviamente si attendono da lui chiarimenti sulla Finanziaria, nuovi dettagli e soprattutto indicazioni di prospettive di crescita dell’ azienda Italia.
Alla vigilia dell’arrivo del ministro a Wall Street si registrava una certa qual preoccupazione per il nostro paese, anche perché sono passate due sole settimane da quando due delle tre grandi aziende di rating americane, Standard&Poor e Ficht, hanno comunicato d’aver declassato il rating dell’Italia suggerendo cautela agli investitori esteri che detengono titoli pubblici italiani.
Alla domanda sugli argomenti che avrebbe usato per fare leva su Wall Street il ministro ha risposto: «Non ho bisogno di nuovi argomenti. Quelli usati e condivisi giorni fa dal Financial Times sono convincenti».


A chi gli chiedeva se credesse nelle previsioni azzardate dal primo ministro Romano Prodi su una crescita economica del 2% Padoa Schioppa ha risposto: «Le ultime stime del Tesoro sulla crescita sono state fatte alla fine di settembre e prevedevano una crescita dell’1,6% per cento. Siamo in una fase congiunturale dove le previsioni si migliorano al rialzo. Mi auguro che ci siano altre correzioni. La mia è una speranza».

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