Sfogo di Veronica «Silvio mi deve scuse pubbliche»

La moglie del leader di Forza Italia scrive a «Repubblica»: offesa dalle sue battute galanti alle soubrette alla cena dei Telegatti

Sfogo di Veronica «Silvio mi deve scuse pubbliche»

da Roma

Veronica non subisce, Veronica reagisce. Ma a sorpresa sceglie di farlo con una lettera al quotidiano nemico numero-uno di Silvio, La Repubblica. «A mio marito e all’uomo pubblico - scrive - chiedo pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente».
Ferita nel suo orgoglio, offesa dalle «inaccettabili» frasi galanti regalate apertamente dal Cavaliere ad altre donne, nella cena di gala per i Telegatti, l’ex first lady esce «con difficoltà» dalla sua riservatezza e decide di difendere la sua dignità di donna e di madre, la sua concezione di famiglia. Lei che in 27 anni di matrimonio è sempre rimasta all’ombra del marito, conquista la prima pagina per dare un esempio, dice, alle due figlie sul rispetto che devono sempre esigere e al figlio maschio su quello che deve sempre avere verso l’altro sesso.
Una scelta clamorosa, quella di Veronica. Forse, l’unico precedente all’altezza è nella decisione di Lady Diana di lavare in pubblico i panni sporchi di una famiglia reale. Se la principessa addirittura si espose in televisione, la signora Berlusconi mette in piazza la sua ribellione dalle colonne del giornale della sinistra.
La lettera, racconta il direttore della Repubblica Ezio Mauro, è arrivata martedì per e-mail, «ma era in gestazione da domenica», dopo varie telefonate di Veronica con lui e con il vicedirettore Cresto-Dina. La cena incriminata è quella della notte tra giovedì e venerdì. La signora Berlusconi la cita apertamente, come le frasi che hanno provocato la sua reazione indignata, pur non nominando le destinatarie: l’ex conduttrice tv ora deputata di Fi Mara Carfagna e la soubrette Aida Yespica. «Se non fossi già sposato la sposerei subito», ha detto il Cavaliere alla prima. «Con te andrei dovunque», alla seconda. Il tutto, riportato nei dettagli dai mass media.
Veronica ci ha riflettuto su due giorni e poi ha chiamato La Repubblica. Mauro difende la sua decisione di pubblicare la lettera e con grande risalto, corredata dalla foto di una delle poche occasioni in cui l’allora first lady ha affiancato in pubblico il marito (probabilmente quella della visita a Roma di George W.Bush e signora): «È una notizia - dice Mauro - e la notizia ha fatto il giro del mondo. Del resto, se fosse arrivata una cosa simile firmata Cherie Blair o Hillary Clinton, chiunque avrebbe pubblicato la notizia».
Per lui, è «l'opposto della scenata di una moglie gelosa, è una rivendicazione di dignità femminile, parla anche dell'educazione dei figli e trasforma una vicenda privata in una vicenda pubblica».
Veronica ha spiegato al direttore perché ha scelto il suo giornale, ma lui non lo rivela. Quanto al perché del gesto, Mauro dice di chiederlo all’interessata: «Ognuno è arbitro di se stesso e sa quando la sua misura è colma, ma questo non ci riguarda. La sua scelta, comunque, ha prodotto l'effetto voluto». Il direttore esclude che la signora Berlusconi aspiri a un ruolo pubblico. Gliel’ha assicurato anche ieri, con queste parole: «Ora torno nel mio silenzio». Nella villa di Macherio, Veronica tace anche quando, nel pomeriggio, Silvio le invia le sue scuse dalle agenzie di stampa, insieme a parole d’amore e di rispetto, prima di correre da lei. La segretaria risponde al telefono che la signora Berlusconi ha letto la lettera pubblica del marito «ma preferisce restare in silenzio». E non è autorizzata a dire se è rilassata ora che ha ottenuto ciò che voleva. Nella lettera Veronica chiede a Silvio «se, come il personaggio di Catherine Dunne, debba considerarmi La metà di niente». La Rose del romanzo della scrittrice dublinese diventa forte dopo aver superato rabbia e sensi di colpa per l’abbandono del marito. Si sente così anche la signora Berlusconi? La madre di Veronica, Flora Bartolini, è convinta che «alla fine passerà anche questa buriana».

E difende la figlia: «È stata brava. In qualche modo bisogna pur difendersi. O no? Bisogna sempre subire?». Anche per lei, la lettera è stata «una sorpresa» e ora si preoccupa che le tensioni in famiglia le subiscano i figli.

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