da Roma
«Dobbiamo onorare gli impegni presi con lEuropa». Questa la linea di Tommaso Padoa-Schioppa, alla vigila della prima uscita da ministro dellEconomia nelle riunioni Eurogruppo ed Ecofin di oggi e domani in Lussemburgo. Con molti colleghi di governo e i sindacati che rifiutano lidea della manovra bis, e con la Commissione di Bruxelles che non pare intenzionata a concedere più tempo allItalia per rientrare dal deficit rispetto alla scandenza del 2007, non restano alternative: arrivare al 3,8% di disavanzo alla fine di questanno e sotto il 3% alla fine del prossimo.
Oggi la due diligence. Ai ministri finanziari europei, Padoa-Schioppa mostrerà i risultati della verifica (la cosiddetta due diligence) sui conti pubblici conclusa dalla commissione guidata dalleconomista Riccardo Faini. Secondo anticipazioni, che confermano quanto riportato ieri dal Giornale, la relazione conterrebbe tre numeri: la stima di deficit a legislazione invariata, che dovrebbe essere al 4,03%; una seconda previsione, che tiene conto del possibile sfondamento della spesa sanitaria e di un risultato del concordato fiscale inferiore alle attese, pari al 4,4%; infine, un terzo risultato, ancora imprecisato, che ingloba le maggiori necessità finanziarie di Anas e Ferrovie.
Pochi spazi a Bruxelles. Nel corso dei colloqui con la Commissione, il governo si è reso conto di avere pochi spazi per rinegoziare un rientro dallextra deficit alla fine del 2008, con un anno in più di tempo. Dunque il percorso resta quello indicato dalla Finanziaria di Giulio Tremonti, con una correzione di circa lo 0,8% del Pil in ognuno dei due anni 2006 e 2007. «Applicate la finanziaria», ha detto chiaramente il commissario allEconomia Joaquin Almunia. Se non basterà, allora il governo dovrà approntare una manovra correttiva, oppure varare una Finanziaria «pesante» per il 2007. Oggi e domani, il ministro dellEconomia sonderà i colleghi europei in un primo giro di tavolo sulla questione italiana, in base ai risultati della due diligence; discussione informale, perché il «caso Italia» sarà affrontato in dettaglio nella riunione dei ministri finanziari fissata per il prossimo 10 luglio.
Sindacati, no alla manovra bis. Un problema aggiuntivo per Padoa-Schioppa è rappresentato dallatteggiamento dei sindacati: Cgil, Cisl e Uil dicono chiaramente che una manovra correttiva non si deve fare, il governo deve invece rinegoziare con Bruxelles i termini del rientro sotto il 3% di disavanzo. «Credo che si stia sottovalutando il rischio di una manovra: la ripresa diventerebbe a rischio, i tagli sociali potrebbero essere insopportabili», afferma il segretario della Cgil Guglielmo Epifani. Dello stesso avviso il segretario della Cisl Raffaele Bonanni: «Dobbiamo agganciare la piccola ripresa che gira per lEuropa», dice, ricordando che una manovra restrittiva potrebbe compromettere il raggiungimento dellobiettivo. Gianni Rinaldini, leader dei metalmeccanici Fiom-Cgil, sollecita uniniziativa sindacale unitaria per contrastare lipotesi della manovra correttiva. Il solo Luigi Angeletti fa sfoggio di prudenza: «Aspettiamo i dati sui conti e quelli dellandamento delleconomia. Se si cresce più dell1,5% - osserva il segretario della Uil - la questione si risolve da sola».
Visco, le entrate vanno bene. Dopo aver agitato nei giorni scorsi lo spettro di un disavanzo fuori controllo, verso il 55 del Pil, il viceministro delle Finanze Vincenzo Visco adesso getta acqua sul fuoco. «Le entrate vanno bene, non cè problema», dice. Lultima Finanziaria comprende anche il concordato fiscale, criticato da Visco ma che vale circa due miliardi di euro.
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