È l'ovvio segreto dei programmi tv che durano da decenni. Restare sempre uguali a sé stessi; ma cambiando, inavvertitamente, nei dettagli. Così, il Ballando con le stelle numero diciannove, e prossimo alla duecentesima puntata, torna ogni sabato su Raiuno in prima serata, a partire da domani, inesorabilmente identico a sé stesso. «Ma con quei dettagli dei quali il pubblico non deve accorgersi precisa Milly Carlucci (foto), furbetta - anche se trasmettono lo stesso un senso di freschezza e di novità». Che stavolta risiederebbero soprattutto nel cast. Anche se questo, in realtà, risponde alla consueta, risaputa ricetta: mettere assieme, fra gli altri, un campione sportivo (Federica Pellegrini), un personaggio facile alla polemica (Luca Barbareschi), un bellone tenebroso (Furkan Palali), un ballerino quanto meno improbabile (Alan Friedman), un concorrente del quale ci si chiede «ma come farà a ballare?» (i Cugini di Campagna; «E se volete sapere come fanno a ballare in quattro replica Milly - guardate il programma»). Nonché esibendo un ospite messo lì apposta per solleticare l'aggressività della Lucarelli: Barbara D'Urso, ballerina per una notte alla seconda puntata.
«Noi non cerchiamo mai la polemica mente graziosamente la Carlucci - E comunque gli scontri più vivaci riguardano sempre il ballo, non altre questioni. Circa la presenza della D'Urso non c'entrano cose come solidarietà femminile o calcoli di strategia. Lei viene solo perché è un personaggio importante. E noi, come sempre, cerchiamo personaggi importanti». Unico trasalimento, nella prevedibilità del menù, le accuse mosse alla new entry Giovanni Pernice, maestro di Bianca Guaccero, accusato di «metodi crudeli» dall'attrice di cui era l'insegnante nel Ballando britannico, Strictly Come Dancing. E per questo sospeso dal programma.
«Conosco Giovanni da anni lo difende Milly - A distanza di nove mesi da quelle accuse non è uscito nulla. Così la Bbc ci ha dato il via libera per averlo con noi. D'altra parte io credo che, nell'insegnare la danza, essere un maestro esigente sia una necessità».
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