Un Del Piero così bisognerebbe metterlo sotto una teca e portarlo, dautorità, alla periferia di Vienna in vista delleuropeo. Senza nemmeno passare dalla vuota burocrazia delle convocazioni. Qui non valgono più le classiche obiezioni sullargomento (dove la mette il Ct una seconda punta?), valgono invece i comportamenti e le perfomances tecniche. Su tutti, bisognerebbe ritagliare un episodio dalla sfida di sabato sera contro il Milan: non il gol (Kalac gli da una mano), ma il furto con destrezza, dai piedi di Maldini, della palletta che procura il 2 a 2 prima dellintervallo. Lo scrivono tutti, lo ripetono anche i suoi allenatori, quelli di ieri e di oggi: mai visto un Del Piero così. Sarà forse merito della paternità, di sicuro della stagione juventina, mai appesantita dalle tossine della Champions, magari cè la motivazione che solo i fuoriclasse sanno coltivare alle viste di un europeo o di un mondiale.
Prima di convincere Donadoni, Del Piero ha già convinto Claudio Ranieri. Lapproccio tra i due non fu dei migliori. Il tecnico, appena dirottato a Torino, si lasciò influenzare dai pregiudizi e e anche dalle scelte di calcio-mercato. Spesso lasciò Alex ai margini della Juventus per preferirgli Iaquinta, alcune volte decise di sostituirlo, altre volte provò a disegnare un tridente dattacco per poi correggerlo al volo. Avete mai sentito, in quelle settimane, una protesta pubblica di Del Piero? Lo avete mai visto prendere a calci una bottiglietta, negare la mano a Ranieri nelle sostituzioni o rendersi autore di qualche sceneggiata?
Nei comportamenti, Alex è sempre stato virtuoso. Allora andiamo al sodo, alla polpa della questione: questo Del Piero può tornare utile a Donadoni? La risposta più attesa riguarda persino lobiezione tattica. La Nazionale gioca, da tempo, con un collaudato 4-3-3 ma lo schieramento può e deve, nel corso di un torneo racchiuso in 22 giorni, conoscere una valida alternativa.
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