Sicurezza in aeroporto, blitz degli ispettori

Appello ai passeggeri: «Non infilate in valigia oggetti che fanno scattare i sensori. Sequestrate ogni anno tonnellate di forbicine»

Claudio De Carli

«Faremo con evidente discrezione continui controlli per capire gli allineamenti degli aeroporti agli standard di sicurezza richiesti, con lo scopo di tenere sotto pressione il gestore e tutto il sistema. Tutti devono sapere che in qualunque momento a uno degli archetti potrebbe presentarsi un nostro ispettore che trasporta materiale pericoloso». La dichiarazione è del comandante Silvano Manera, direttore generale Enac, l’Ente nazionale aviazione civile.
È successo a Venezia venerdì scorso, aeroporto Marco Polo, una guardia giurata al controllo bagagli non ha individuato una valigia contenente filo elettrico e pile, materiale che sarebbe dovuto apparire come sospetto agli scanner: «Era un nostro ispettore a trasportare quella valigia, siamo capaci di dissimulare molto bene la nostra presenza - spiega il comandante Manera -. Siamo pronti a colpire lì dove la guardia si abbassa leggermente, facciamo di tutto per cogliere ogni debolezza del sistema e tenere tutti sulla corda. Chiederemo provvedimenti forti per i responsabili, anche la rimozione. Poi riteniamo normale che ad ogni controllo ci siano situazioni da rivedere. Queste improvvise verifiche hanno lo scopo di affinare l’operatività e aumentare la sicurezza negli aeroporti».
Enac svolge da tempo questi blitz, nel 2003 in un rapporto segretissimo ma nel quale si creò a sua volta una falla, emerse che in cinque aeroporti (uno milanese) su dieci visitati dagli ispettori, la prova sicurezza aveva impietosamente evidenziato carenze gravissime: ai varchi era passato inosservato un bagaglio contenente esplosivo, nonostante l’ispezione con i metal detector. Le verifiche erano state compiute nel mese di agosto e avevano rivelato omissioni nei controlli bagagli e passeggeri. Nell’aeroporto milanese si era addirittura verificato un fatto paradossale: l’apparecchiatura aveva rilevato delle anomalie nella valigia dell’ispettore Enac, ma la guardia giurata non se ne era accorta. Fu proprio Silvano Manera, dopo quegli sconcertanti rapporti, a disporre ricognizioni complete e costanti in tutti gli scali e corsi specifici di aggiornamento per il personale addetto ai controlli.
Non c’è solo Enac in azione, controlli a sorpresa vengono effettuati anche dall’Icao, l’agenzia specializzata dell’Onu per l’aviazione civile, e anche dalla Comunità europea con un proprio particolarissimo sistema di verifiche.
Ieri il presidente Enac Vito Riggio era a Londra dove ha incontrato le massime autorità dell’aviazione civile inglese, tema principale la sicurezza di cui riferirà oggi in un incontro a Roma con tutte le istituzioni e i rappresentanti del sistema aeroportuale italiano: «Oggi la situazione è cambiata - continua Manera -, dopo le visite degli ispettori internazionali, i nostri aeroporti sono stati giudicati fra i più sicuri, ma questo non impedisce di mantenere una guardia altissima 24 ore su 24». Infine un appello ai passeggeri: «In un anno passano 110 milioni di valigie ai controlli radiogeni - precisa Manera -.

Bastano pochi minuti di attenzione per evitare di infilare nel bagaglio limette, temperini e forbicine che fanno scattare gli allarmi e allungare le code ai varchi. Ogni anno vengono sequestrate tonnellate di materiale metallico. Chiediamo un piccolo contributo a ogni passeggero alla vigilia del periodo estivo dove l’incremento di flusso negli aeroporti sarà molto sensibile».

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