Simest sostiene le imprese che guardano all’estero

In tempi difficili le imprese italiane spingono l’acceleratore sui mercati esteri. Ne è la prova l’impennata delle attività che Simest, la finanziaria pubblico privata, partecipata a maggioranza dal ministero dello Sviluppo economico, ha registrato lo scorso anno, con 79 progetti avviati, il 20% in più rispetto al 2008, e un impegno di oltre 100 milioni di euro per investimenti complessivi Oltrefrontiera pari a un miliardo. «Per l’impresa - osservano alla Simest - l’internazionalizzazione è una decisione complessa, da accompagnare a un profondo processo di trasformazione aziendale riguardante assetti finanziari, struttura tecnica e organizzativa, posizionamento sul mercato e gestione delle risorse umane». Allo scopo, le Pmi italiane necessitano sì di servizi finanziari, ma anche di consulenza e assistenza per la realizzazione di progetti internazionali economicamente validi. «Per questo motivo Simest, presieduta da Giancarlo Lanna e guidata da Massimo D’Aiuto, amministratore delegato e direttore generale, affianca agli strumenti finanziari servizi che spaziano dall’attività di scouting alle iniziative di matchmaking per individuare le opportunità di investimento all’estero e ricercare eventuali partner locali, dall’assistenza societaria al supporto legale per costruire le iniziative di investimento». Il ruolo dichiarato assunto da Simest è di un partner che accompagna l’azienda nelle diverse fasi di sviluppo del progetto. Dal 1991, anno della sua costituzione, a oggi, la finanziaria pubblico privata ha approvato 1.238 progetti di investimento all’estero in oltre 80 Paesi. E per l’anno in corso le iniziative ai nastri di partenza sono 10, relative ai settori trainanti del Made in Italy: dal meccanico alla ristorazione, dal tessile all’hi-tech, dalla gomma-plastica all’elettromeccanico; lo stanziamento della società e del Fondo di Venture Capital è di 21,3 milioni destinati ad avviare investimenti per circa 120 milioni. Nel mirino, i paesi del Bric, come pure Stati Uniti e Medio Oriente. Ma l’attenzione maggiore si appunta su Brasile, Cina e Vietnam; qui Simest ha siglato un accordo con l’azienda governativa che promuove le privatizzazioni e ha contribuito alla realizzazione della «Guida ai Territori e Parchi Industriali del Vietnam», di Confindustria Vicenza, che raccoglie informazioni utili alle aziende decise a insediarvisi e presentata in occasione della recente visita del presidente del Paese asiatico.
Il Brasile, poi, è già oggetto di numerose iniziative e, alla luce dei programmi infrastrutturali per 265 milioni di euro avviati dal governo Lula, offre interessanti opportunità alle Pmi italiane in tre grandi settori: logistica, energia, infrastruttura sociale e urbana. Nel corso della missione di sistema organizzata a novembre, Simest ha firmato un accordo con il Banco Nacional de Desenvolvimento per promuovere la creazione di joint-venture italo-brasiliane. Quanto alla Cina, che nel 2009 è stato il primo Paese di destinazione degli investimenti italiani con l’affiancamento di Simest, rappresenta un mercato ancora lungi dall’essere saturo ed è capace di offrire numerosi vantaggi alle aziende italiane che vi si stabiliscano.


Tra le ultime iniziative, la realizzazione del «Corridoio marittimo Genova-Tianjin»: il progetto, promosso da Simest, Ice Interporto di Rivalta Scrivia e Autorità Portuali di Genova, è il primo corridoio marittimo nel Mediterraneo, che, avvicinando la Cina e l’Italia, assegna a Genova il ruolo cardine di snodo commerciale tra l’Europa centro-settentrionale e i Paesi a Sud del mondo.

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