Il sindaco di Bari: "Faccio le ronde anche solo"

Michele Emiliano, sindaco controcorrente del Pd: "Con la mia moto ogni giorno giro nei quartieri più duri della città. I cittadini che pattugliano disarmati fanno solidarietà. Basta con inutili polemiche ideologiche"

Il sindaco di Bari: "Faccio le ronde anche solo"

Bari - Il controllo del territorio è un suo vecchio pallino, la sicurezza è ai primi punti del suo programma politico. E l’etichetta di «sceriffo», che gli appioppano storcendo il naso nei salotti buoni della sinistra pugliese, non gli fa né caldo né freddo. Lui, Michele Emiliano, sindaco di Bari e coordinatore regionale pugliese del Pd, ex magistrato antimafia, tira dritto per la sua strada e a proposito delle ronde dice: «Non capisco che cosa ci sia di male, si tratta di cittadini che si rendono utili alla collettività applicando un principio di solidarietà».

Sindaco, la parola ronde suscita reazioni contrastanti.
«Purtroppo in Italia siamo ancora fermi all’8 settembre».

In che senso?
«Nel senso che anche su questioni delicate, come la sicurezza, le forze politiche sono divise da steccati ideologici».

Ma in concreto le ronde potrebbero essere utili?
«Di certo non sono inutili, almeno come le intendo io».

Vale a dire?
«Penso a un pattugliamento civico, un’occupazione del territorio da parte di gente disarmata che applica un principio di solidarietà. Del resto si può dire che anch’io da anni faccio le ronde».

E come?
«Alla guida della mia moto, una Moto Guzzi 950 modello California».

Trova che sia utile?
«È un modo per osservare in prima persona come vivono i miei concittadini: siamo sullo stesso piano, tutti sanno che il sindaco è presente; pensi che ormai mi riconoscono dal casco».

Eppure il termine ronda provoca forti opposizioni.
«Perché la parola riecheggia forme di squadrismo fascista. Su tematiche come sicurezza e giustizia ci vorrebbe maggiore coesione».

E quindi?
«Davvero auspicabile una legge nazionale per spiegare di cosa si tratta e risolvere l’arcano delle ronde».

In alcune città sono già in atto forme di controllo da parte di cittadini.
«Lo facciamo anche a Bari, dove vengono utilizzati nei controlli dinanzi alle scuole. Ma noi stiamo pensando ad altro».

A che cosa?
«Come presidente dell’Area di sviluppo industriale sono impegnato nella costituzione di una società privata di sorveglianza».

Con quale obiettivo?
«Mettere in campo un corpo di vigili dell’area metropolitana con il supporto dei Comuni vicini: agiranno insieme alla polizia municipale; ovviamente tutto questo non basta».

Che altro ci vuole?
«Aggiungeremo 57 nuove telecamere alle 57 che già ci sono nella zona. In tutto a Bari ne abbiamo 100, posso dire con orgoglio che questa è una città democraticamente militarizzata».

Ma è

anche una città sicura?
«Tutte le altre grandi città del sud sono decisamente meno sicure di Bari, da queste parti la criminalità organizzata è stata quasi del tutto sconfitta: quindi è un grande passo avanti».

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