Sindrome dell’altare: quelli che si scappano

Montecarlo smentisce che Charlene Widdstok volesse scappare a 74 ore dalle nozze con Alberto. Infatti lo sposerà. Ma la storia (anche cinematografica) è piena di casi in cui il ripensamento dell’ultimo minuto manda tutto a monte

Sindrome dell’altare: quelli che si scappano

Allora, monegasca e non fuggiasca. Rimarrà a portata di corona Charlene Widdstok che sabato sposerà Alberto Grimaldi di Monaco. Malgrado le fantomatiche voci su una sua possibile fuga poco prima dell’appuntamento con l’altare, il matrimonio si farà. Secondo il settimanale francese l’Express, la futura sposa-ex nuotatrice-nuova Grace (tanta roba in effetti, per un corpo solo) avrebbe tentato di sparire settantaquattro ore prima del sì (lo pronunceranno sabato 2 luglio) per il fatto di aver scoperto un figlio naturale del futuro marito.

Quello, per l’esattezza (perchè quando la gente è disordinata, tocca pure spiegare) che Alberto ha avuto dalla hostess di Air France, Nicole Coste, originaria del Togo (Africa occidentale), nel 2003: Alexandre. Ma questa è roba che, in realtà, si sa da una vita, che il principe ha spiattellato senza difficoltà alla stampa di mezzo mondo, e che quindi non avrebbe potuto essere materia di ripensamenti tardivi. Infatti il matrimonio si farà, come previsto. Anche se l’espressione con la quale Charlene si sta avvicinando al nobilissimo altare è più adatta a una marcia funebre. Perplessa sembra perplessa l’atleta. Più la data incombe, meno lei è bionda.

Con tutto quello che ciò comporta. È che in effetti la decisione non è semplice, nemmeno se ad attenderti davanti al prete c’è Alberto. Sposarsi, come del resto scegliere qualsiasi altra cosa (ma «più» di ogni altra cosa), è un po’ come morire. È come dire: opto per questo, e non per tutto il resto. Significherà anche aprire una porta, ma vuol dire pure chiuderne migliaia. Quindi, o hai l’entusiasta, momentanea, quasi etilica convinzione che l’uomo che stai per prenderti saprà farti valere il doppio, o hai il tempo per il lungo, sfilacciante, più ragionevole dubbio che probabilmente riuscirà solo a farti valere la metà di quanto vali. Siamo onesti: essere in due ti rende più vulnerabile, non il contrario. Perché da un certo giorno in poi, ci sarà qualcuno (che tra l’altro non è e non sarà mai neppure un tuo parente), che porterà in giro (anche) la tua faccia, il tuo onore, la tua credibilità, le tue scelte.

Perchè un marito è, innanzitutto, un biglietto da visita. Come una segretaria. Presentarsi con l’uomo sbagliato, andare per la vita con qualcuno che non ti somiglia come e dove dovrebbe, può tradursi in una perenne umiliazione, in un costante imbarazzo, in una collocazione scomodissima: come Venere sulla mezza conchiglia. Alberto avrà anche le «stellette», è vero. Ma è stato uno degli uomini più chiacchierati e paparazzati del globo. Per non parlare di quei figli che spuntano come funghi in un fine agosto prolifico. D’ora in poi, in qualsiasi inciampo, in qualsiasi scatto poco edificante, in qualsiasi circostanza poco limpida, saranno comunque in due: lui e la sua sposa. Anche se Charlene dovesse essere fuori dall’obbiettivo. Mica facile...

La fin troppo evocata Grace (Kelly) aveva portato in scena tutti i ragionevoli dubbi di un simile momento nel 1956 (poco prima delle sue nozze con il principe Ranieri) nella pellicola Charles Walters, Alta società. Vecchio fidanzato, nuovo fidanzato... Già era difficile così, in più alla mischia si aggiungeva un intrigante giornalista. Nel film Il laureato, Dustin Hoffman riusciva a impedire solo per un soffio che la sua amata si sposasse con un altro. Mentre il ritorno sulle scene (dopo lo strepitoso ed eccessivo successo di Pretty Woman), della coppia Richard Gere-Julia Roberts, era stato sancito, nel 1999, da una pellicola diretta da Garry Marshall, dall’esaustivo titolo: Se scappi, ti sposo. Era la storia di una che aveva proprio il tic di mollare i mariti sull’altare, tanto che di lei e della sua allergia aveva iniziato ad occuparsi la stampa locale e poi la peculiarità si era guadagnata perfino l’interesse del cronista di New York Richard.

Che, dopo aver scritto il pezzo, ovviamente si metteva in testa di domare la fuggiasca. Beh, insomma, per dire che se Charlene dovesse avere qualche nuvola tra il biondo spento e la corona, ci starebbe.

Sembra che addirittura i servizi segreti britannici avessero pronto un «piano b» nel caso in cui a Kate Middleton fosse venuta, lo scorso 29 aprile, l’insana idea di darsela a gambe davanti a William. Ma quella quando mai ha pensato di scappare?! Manco in una pellicola di fantascienza.

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