Roma - Più ancora della nota della Cei sui Dico, fanno infuriare la sinistra le parole del presidente dei vescovi, Angelo Bagnasco, che li avvicina a pedofilia e incesto. «Inaccettabile interferenza», è l’accusa. Insomma, una «crociata» al contrario.
Il centrodestra solidarizza con i vescovi, ma Silvio Berlusconi usa toni moderati su un tema così delicato. «Da laici - dice il leader di Fi -, noi riconosciamo ai vescovi il diritto ed il dovere di dire quello che pensano, per esempio sulla famiglia. E da laici riconosciamo il diritto ai cittadini di pensarla liberamente come vogliono e di comportarsi secondo coscienza e intelletto». Il Cavaliere riafferma la laicità dello Stato, prevede però che proprio sui Dico, come sulle pensioni, «il governo non reggerà», per le divisioni interne alla maggioranza.
Gli risponde Pierluigi Castagnetti della Margherita: «Anche se il Parlamento, come possibile, non raggiungerà un’intesa sui Dico il governo non cadrà». Ma la sinistra moderata e cattolica tradisce il suo imbarazzo con la non-dichiarazione del ministro Rosy Bindi, che del ddl incriminato è una delle firmatarie. «Non ho letto le dichiarazioni di Bagnasco e non commento le parole di un vescovo senza averle lette». Nel corso della giornata, mentre salgono i toni della polemica con l’opposizione che difende la Cei, la titolare Dl della Famiglia non trova il tempo di leggerle, quelle parole di fuoco. E tace. Mentre il ministro della Giustizia Clemente Mastella, unico oppositore dei Dico nel Consiglio dei ministri, definisce «intemperanze, atteggiamenti un po’ isterici» gli attacchi a Bagnasco. «Mi pare insopportabile - spiega il leader Udeur - questa stagione in cui ognuno vuole spiegare alla Chiesa come si fa la Chiesa. Francamente, una cosa non dignitosa politicamente e culturalmente».
Il resto dell’Unione si scatena. L’altra madrina del provvedimento, la Ds Barbara Pollastrini, attacca «stupefatta» di espressioni che «trascendono il dissenso legittimo da una proposta di legge e che finiscono col ferire la dignità delle persone e della loro vita». Per il ministro delle Pari opportunità è «incredibile» che un ddl «saggio ed equilibrato» possa scatenare una «visione così poco amorevole e poco rispettosa dei principi essenziali di civiltà». Il ministro Verde dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, chiede a Bagnasco di rettificare una frase che «offende milioni di persone». E Paolo Ferrero, ministro Prc per la Solidarietà, precisa: «Non vogliamo obbligare nessuno a fare i Dico solo permettere che chi vuole farlo lo possa fare».
Un’«aggressione immotivata» per l’opposizione. Di «gravi e sproporzionati fraintendimenti, al limite del ridicolo» parla il coordinatore azzurro Sandro Bondi; per il leghista Roberto Calderoli Bagnasco ha ragione perché «i Dico stanno alla pedofilia e all’incesto come le droghe leggere stanno alle droghe pesanti» e Maurizio Gasparri di An dice che «Bertinotti ha tracciato il solco» e ora gli altri «ne seguono l’atteggiamento intollerante». La sinistra, secondo il segretario Udc Lorenzo Cesa, contro la Cei «usa impropriamente l’arma della laicità dello Stato». Vuole mettere «il bavaglio» alla Chiesa, secondo Roberto Calderoli della Lega. Il presidente centrista Rocco Buttiglione applaude: «Ci vuole chiarezza sui valori». E l’azzurra Isabella Bertolini parla della «ferocia della nuova inquisizione laicista ed intollerante».
Ma l’attacco viene da Oltretevere, per il segretario del Prc Franco Giordano, «una crociata, che divide la società». Parole «incredibili, inaccettabili, intollerabili» quelle di Bagnasco, per Marco Rizzo del Pdci, che torna a chiedere la revisione del Concordato. «Paragoni aberranti» che vogliono estremizzare il confronto, secondo il segretario dello Sdi Enrico Boselli. Il radicale Daniele Capezzone dice che la Cei ha scelto «una linea estrema ed estremista». Durissimo il Ds Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay: «Chi pensava che il nuovo presidente della Cei fosse un moderato si deve ricredere».
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