Milano - Professor Girolamo Sirchia, lei è il padre indiscusso della legge antifumo in Italia. Ha letto i nuovi dati?
«Tornano ad aumentare i fumatori, purtroppo».
La sorprende?
«Assolutamente no, anzi, mi meraviglia che qualcuno si meravigli della cosa».
Perché ritiene questa inversione di tendenza così scontata? «Innanzitutto sarei prudente nell’affermare che c’è un’inversione di tendenza. Le oscillazioni ci sono sempre state e il valore globale non si distacca di molto da quello del passato».
Però?
«Quello che mi preoccupa è la crescita dell’uso delle sigarette tra i giovani. Soprattutto tra le ragazzine. E qui c’è una spiegazione plausibile».
Qual è?
«L’effetto imitativo con i maschi. Nonostante l’emancipazione, le ragazzine si sentono più sicure se sono equiparate ai maschi anche in un atto da cui sono state escluse per decenni».
Però anche i ragazzi fumano molto.
«E quello è l’effetto di gruppo: se uno fuma è ritenuto più adulto».
Tutto questo però non giustifica il fatto che i fumatori riprendano ad aumentare.
«Per forza, non ci sono azioni di contrasto. Se si entra in una discoteca o in un locale dopo una certa ora, fumano tutti e bevono pure. Io mandavo le Asl e i Nas per i controlli. Ora non mi sembra che si faccia molto».
Dunque cosa suggerisce?
«Innanzitutto va aumentato il prezzo delle sigarette. Quattro euro sono pochi, si deve arrivare a dieci euro com’è avvenuto in Inghilterra e a New York. Il prezzo alto è un forte deterrente soprattutto per i giovani squattrinati».
Se vogliono, però, i soldi li trovano.
«È vero, ma serve anche una vigilanza forte nei tabaccai sulla vendita ai minori, e vanno eliminare le macchinette automatiche».
E per i fumatori adulti o i recidivi?
«Manca una campagna di informazione sui danni sul fumo. Bisogna fare azioni di sostegno per cambiare l’aspetto sociale del tabagismo che è un vizio riprovevole e non da imitare».
È una parola.
«Basterebbe cominciare ad eliminare la pubblicità occulta che non è contrastata per niente.
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