In un solo anno la Siria è stata massacrata 7.961 volte. È questo il numero degli attacchi aerei che la coalizione occidentale, che ha in Usa, Gran Bretagna e Francia il suo nucleo principale, ha compiuto sul territorio del Paese guidato da Assad. Tra febbraio 2017 e febbraio 2018 (ultimi dati disponibili), l'Occidente ha bombardato la Siria mediamente 663 volte ogni mese. Il che vuol dire che ogni giorno, per un anno, i Paesi che dicono di voler mantenere la pace e la stabilità della regione del Medio Oriente, hanno sganciato bombe 21 volte. Un accanimento impressionante del quale, però, non si conoscono le conseguenze in termini di numero di vittime nel senso che se si sta ad ascoltare l'alleanza occidentale i «danni collaterali» sono minimi e sono ancora meno rilevanti per il regime di Damasco, impegnato a minimizzare la portata degli attacchi. Quello che si sa, abbastanza per certo, è quanto è costato al popolo siriano il conflitto che sta insanguinando il Paese dal 2011, anno in cui ci fu la prima manifestazione pacifica contro Assad poi degenerata in una guerra civile a sua volta trasformatasi in una calamita per gli iraniani, i tagliagola dell'Isis e, successivamente, gli Stati Uniti di Barack Obama che ha, anche lui, inutilmente bombardato il Paese per anni.
Secondo l'Unicef i profughi nell'area medio orientale nel 2005 erano, complessivamente, 5 milioni che sono diventati 23 nel 2015 e, da allora, probabilmente sono saliti ancora. Stando ai dati Unicef, rielaborati dal sito di data journalism Truenumbers.it, di questi 23 milioni di profughi più di 7 sono siriani. Uomini, donne e bambini che hanno abbandonato le loro case prima perché attaccati dall'Isis, poi perché attaccati dall'esercito di Assad che combatteva l'Isis e, infine, perché attaccati dall'alleanza occidentale che combatteva Assad che combatteva l'Isis.
Una catena di violenza che ha probabilmente fatto perdere a uno dei Paesi più laici moderni, ricchi e liberi del medio oriente (prima della guerra) un'intera generazione. Sempre secondo l'Unicef, i bambini che non hanno mai visto un solo giorno di pace da quando sono nati sono 3,7 milioni. Altri 8,4 milioni sono stati più fortunati: hanno visto la luce prima dello scoppio del conflitto e, anche se non se lo ricorderanno mai, la pace l'hanno vissuta, almeno per qualche anno. Poi sono stati portati in un campo profughi, lontano dai cecchini di Assad, dai Kalasnikov dello Stato islamico e dai missili occidentali, oppure sono riusciti ad attraversare la frontiera con la Turchia e a raggiungere, incredibilmente, l'Europa attraverso la Grecia. Ma certamente non sono stati accolti dai Paesi più ricchi del Golfo che, mediamente, accolgono meno di mille profughi ognuno.
Ma l'Occidente non si limita a bombardare il regime, accusandolo, per il momento senza prove certe, di aver usato il gas sarin contro la popolazione: mette anche generosamente mano al portafoglio, anche se poi soltanto una parte degli aiuti occidentali arrivano poi effettivamente sul campo. L'Europa, nel dicembre del 2014, ha creato il fondo Madad per rispondere alle emergenze della popolazione civile di Iraq, Siria rimasta all'interno del proprio Paese oppure sfollata negli Stati limitrofi. Da allora lo Stato che ha donato di più al fondo Madad è stata la piccola Danimarca, con 20 milioni di euro, mentre Francia e Regno Unito, i due Stati che più alacremente bombardano la Siria, hanno versato appena 3 milioni ciascuno. L'Italia ne ha versati 8.
Ma come spesso accade in regioni dove è in corso un conflitto, il problema non sono i soldi ma è riuscire a spenderli. Sempre l'Unicef ha messo a confronto l'entità dei soldi versati per l'emergenza siriana e i soldi che sono stati effettivamente usati.
Il risultato è che, ad esempio, per l'emergenza alimentare servirebbero 1,2 miliardi di dollari ma sono stati spesi solo 574,7 milioni. Per la sanità servirebbero 317,9 milioni ma ne sono stati spesi solo 111,2.Quella di non riuscire a spendere i soldi che ci sono è l'ultima atrocità che il popolo siriano deve subire.
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