Siria, si dimette il governo Atteso discorso di Assad

Cresce l’attesa per il discorso del presidente che dovrebbe annunciare una serie di aperture. Continuano le proteste in piazza

Siria, si dimette il governo 
Atteso discorso di Assad

Damasco -  Il governo di Mohammed Naji al-Otari ha rassegnato le dimissioni nelle mani del presidente Basher al-Assad. Lo ha riferito l’inviato di Al Jazeera. Nel Paese cresce l’attesa per il discorso di Assad che entro domani (ma forse già stasera) dovrebbe annunciare una serie di aperture, a cominciare dalla revoca dello stato d’emergenza in vigore da 48 anni e dalla riforma della legge sui partiti e sui mezzi d’informazione. A Damasco e in molte altre città siriane il regime ha portato in piazza decine di migliaia di sostenitori con bandiere nazionali e i poster di Assad. La tv ha dato ampio spazio ai cortei per quella che è stata ribattezzata come la Giornata della lealtà alla nazione.

Sostenitori di Assad in piazza Nel frattempo, migliaia di persone si sono radunate nella piazza Sabaa Bahrat, una delle principali di Damasco, nel giorno che hanno chiamato della "Lealtà alla nazione". La manifestazione è a favore del presidente siriano Bashar al Assad: "Per il nostro sangue, per la nostra anima ci sacrificheremo per te, Bashar", "Allah, Siria, Bashar e nient’altro" erano alcuni degli slogan scanditi dai manifestanti. Le scuole di tutti i gradi e indirizzo e le università di tutto il Paese sono oggi chiuse per consentire alle "organizzazioni studentesche" e "alle famiglie" di esprimere "il loro
appoggio alla nazione e al presidente". Congedo per tutti i dipendenti pubblici è stato inoltre concesso oggi da tutte le istituzioni e apparati dello Stato per assicurare una più ampia "partecipazione popolare".

Spari sulla folla a Daraa Ieri le forze di sicurezza siriana sono intervenute a Daraa nel sud della Siria per disperdere una manifestazione anti governativa cui hanno partecipato migliaia di persone. Lo riferisce il sito di Radio Free Europe che cita testimoni oculari, secondo cui la polizia ha aperto il fuoco e lanciato gas
lacrimogeni. "Vogliamo dignità e libertà" gridavano gli oppositori e ancora "No alle leggi di emergenza".

Secondo l’organizzazione Human rights watch, negli ultimi dieci giorni, almeno 60 persone sono rimaste uccise nel governatorato di Daraa, cuore della protesta anti-governativa, mentre per gli oppositori le vittime sarebbero 130.
A Latakia, città costiera della Siria, teatro nei giorni scorsi di violenze, hanno perso la vita altri 15 manifestanti e 150 sono rimasti feriti.

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