Luciano Gandini
Via Balbi 6 è di fronte al Rettorato ed è sede di numerosi dipartimenti universitari afferenti alla Facoltà di Lettere dell'Università di Genova, ma anche di una biblioteca e di numerose aule, che vengono usate sia per le lezioni che per lo studio, specie in un periodo come questo dove docenti e studenti sono impegnati soprattutto in esami. L'edificio sta anche cambiando aspetto, grazie a degli importanti interventi di restauro che la proprietà sta portando avanti. Una situazione complessivamente positiva, peccato che nei bagni siano state trovate delle siringhe.
In un lavandino della toilette maschile al piano terra alcune siringhe hanno fatto mostra di sé per alcuni giorni, con tanto di fialette da insulina e qualche goccia di sangue. Il bagno di Lettere sembra essere diventata, infatti, una vera e propria «stanza del buco». L'ambiente appare desolante, scritte ovunque e di ogni tipo, dal calcio alla politica. Il lavandino in questione non è quello comunemente usato per lavarsi le mani, ma uno accanto, di marmo, abbandonato o, meglio, inutilizzato, al cui interno si trova persino qualche detrito e vari mozziconi di sigaretta.
Il bagno viene pulito sempre, scritte a parte, ma questo lavandino evidentemente no. Eppure non sembra né particolarmente alto, né irraggiungibile, anzi. Ma il problema vero è che questa facoltà non è frequentata solo da studenti. Basta passare una mezz'oretta davanti al portone per rendersi conto che vi sono «studenti» decisamente fuori corso che vanno e vengono dall'edificio. E non sono professori. Ed è proprio qui che c'è un'auletta con tanto di personal computer collegati in rete e pagati dall'Università dove da tempo si fuma parecchio, e non solo sigarette, dove l'arredamento appare più quello di un salotto scalcinato che non quello di un'austera aula universitaria.
L'ambiente, insomma, sembra proprio essere l'ideale per andare un po' oltre la semplice «canna». E tutto intorno lo spaccio è un fenomeno sicuramente diffuso, vista la vicinanza con Santa Brigida e con via Pré e come testimoniano le tante siringhe che hanno ripreso ad occupare strade e marciapiedi.
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