Alberghi anti-bimbi. Una doppia vergogna

Trovo addirittura illegittimo che certi alberghi, così come certi ristoranti, non ammettano i bambini

Alberghi anti-bimbi. Una doppia vergogna
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Gentile Direttore,

sono da sempre una sua affezionata lettrice, allevata da mio padre con i suoi articoli. Mi rivolgo a lei per mettere pubblicamente in luce una contraddizione vergognosa che caratterizza la nostra mentalità. Non facciamo altro che parlare di femminismo, sostegno alla donna, difesa della natalità, delle madri. E devo ammettere che il governo Meloni ha introdotto misure che agevolano le donne che desiderano diventare mamme o mettere al mondo un altro figlio. Tuttavia la società è addirittura ostile a noi genitrici. Ho un bimbo di quasi un anno e per questo fine settimana a me e al mio compagno, che è il babbo, sarebbe piaciuto rilassarci all'interno di una struttura ricettiva, in montagna, dotata di ogni comfort, insomma un albergo cinque stelle. Ma i bambini non sono ammessi negli hotel dove avremmo voluto soggiornare. Insomma, vengono trattati peggio degli animali. Questa è una discriminazione che concretizza sia un danno ai minori, di fatto proibiti (mi passi il termine), sia ai genitori, che vengono esclusi in quanto sono genitori di figli piccoli, insomma sulla base del criterio della tanto osannata genitorialità. Nel corso delle epoche abbiamo visto esposti cartelli orripilanti recanti avvisi quali: «Non si affitta ai meridionali», «Vietato l'accesso a cani ed ebrei». Adesso è in voga chiudere le porte agli infanti e ai loro genitori, che pure pagano. Le segnalo un altro fatto, che è una ulteriore aggravante: i figli di Chiara Ferragni in questi medesimi alberghi sono accolti con letizia dato che la signora posta foto in quelle strutture con prole al seguito. Forse i figli di Ferragni e Fedez valgono di più dei nostri bambini?

Rossella Milani

Cara Rossella, ho notato anche io i segni di un rigetto sociale nei confronti dei bambini molto piccoli. Mi capita, ad esempio, quando sono al bar, di osservare visi che si contorcono in smorfie di insofferenza allorché un bimbetto piange. È una sorta di intolleranza verso l'infanzia, che tuttavia la società per perbenismo non ammetterà mai. Eppure si tratta di un sentire tutt'altro che latente, lo definirei effettivo e tangibile, e tu stessa me lo confermi. Trovo addirittura illegittimo che certi alberghi, così come certi ristoranti, non ammettano i bambini. Significa anche che non ammettono i genitori, una clientela che, pur disposta a pagare (e nemmeno poco), di fatto viene esclusa, quindi, come tu non a torto specifichi, viene discriminata. Ritengo che si potrebbero persino adire le vie legali, ma il mio consiglio è quello di fare cattiva pubblicità a chi si macchia di compiere questa differenziazione tra la clientela e di dirottare su altre strutture che invece non odiano e non disprezzano l'infanzia, bensì forniscono servizi di supporto a mamma e papà nelle loro incombenze genitoriali. E immagino che ce ne siano, sebbene non siano quelle dove tu e il tuo compagno gradireste trascorrere i giorni di riposo. Tanto peggio per chi vi rimbalza. Oramai persino le bestie sono incluse ovunque, anche nelle spiagge attrezzate, ovvero nei lidi, e mi fa orrore che per i piccoli di esseri umani vigano certi divieti. I dati ci dicono che tra qualche anno solo una coppia su quattro avrà figli. Tu e il tuo partner siete patrimonio da tutelare, altro che da emarginare e respingere. E così i pargoletti, di cui persino Gesù Cristo diceva: «Lasciate che i bambini vengano a me». Gli alberghi invece sbattono loro le porte in faccia. Complimenti! Ancora più indecente è poi l'applicazione di questo altro discrimine: i bambini della influencer, contro la quale non ho nulla, sia chiaro, anzi considero Fedez un amico, possono accedere e sono graditi ospiti, i bambini dei comuni mortali, invece, non possono mettere piede. Di fatto si afferma in tale maniera una visione utilitaristica del fanciullo: se mi giova in termini di pubblicità, ossia di marketing, che si traduce in riscontro economico e guadagni, allora lo tratto bene; se la sua presenza mi è inutile, diventa un fastidio di cui liberarmi, quindi gli riservo un metaforico calcio sul didietro.

Non so se deve arrabbiarsi di più Ferragni per il fatto che i suoi figli vengano usati da chi altrimenti demonizza e respinge i bimbi o tu, cara Rossella, per il fatto che tuo figlio, così come tutti gli altri, sia bandito da questi alberghi di lusso.

Un abbraccio a te e al piccolino.

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