Giovani distanti dalla politica e sempre più social

Cosa c'è dietro l'astensionismo record registrato alle ultime elezioni regionali? Il report dell'Osservatorio Censis-Ital Communications sulle agenzie di comunicazione in Italia può dare qualche indicazione

Giovani distanti dalla politica e sempre più social

Le recenti elezioni regionali hanno fatto registrare un astensionismo record. È probabile che a disertare le urne siano stati soprattutto i giovani, sempre più distanti dai riti della politica e sempre più immersi nella dimensione digitale. È questa una delle indicazioni che si ricavano dall’Osservatorio Censis-Ital Communications sulle agenzie di comunicazione in Italia, che analizza le nuove diete mediatiche degli italiani e gli argomenti di maggior interesse per gli utenti dei mezzi d’informazione, vecchi e nuovi.

I giovani preferiscono le notizie sportive

Dopo la pandemia, la guerra e le elezioni, nel nostro Paese la politica sembra tornare al centro dell’interesse dell’opinione pubblica. Il 69,1% degli italiani segue regolarmente i fatti di politica e il 32,4% dichiara che quella nazionale è il genere di notizia che lo interessa di più. Il 14,4% della popolazione, inoltre, predilige la politica estera, dato in crescita dall’inizio della guerra russo-ucraina. La politica, tuttavia, rischia di trasformarsi in una tematica generazionale. La percentuale di chi la segue regolarmente, infatti, è dell’82,7% tra chi ha più di 65 anni e scende al 64,2% tra chi ne ha meno di 35. I nativi digitali sono più attratti dalle notizie sportive, segnalate al primo posto dal 31,4%; subito dopo figurano quelle su stili di vita, viaggi, cucina indicate dal 30,7%, mentre il 26,2% mette al primo posto fatti inerenti la cultura e gli spettacoli. Solo il 9,8% segue la politica estera.

La varietà delle diete mediatiche

L’avvento del digitale di massa è coinciso con la moltiplicazione dei device e delle fonti informative, on e offline, e con un nuovo protagonismo degli utenti, che vogliono costruirsi da soli il proprio palinsesto. I più visti, dal 51,2% della popolazione, sono i telegiornali; segue Facebook, da cui attinge notizie il 35,2%; il 23,4% si rivolge a motori di ricerca, il 21% segue le Tv all news, il 19,3% cerca informazioni sui siti web e il 16,9% va su YouTube. Il 14,6% degli italiani si affida ai giornali radio, il 14,3% ai quotidiani online, il 7,8% ai quotidiani cartacei. Tra i giovani è più alta la percentuale di chi cerca notizie su internet attraverso i motori di ricerca (32,4%) e i siti web di informazione (20,8%). Ma il mezzo che in assoluto sta avendo un vero e proprio boom è YouTube, utilizzato per informarsi dal 27,4% dei 14-29enni.

Cresce l’esposizione alle fake news

Un maggiore utilizzo di social media e fonti online espone maggiormente i giovani al rischio di fake news e di disinformazione, che non sempre si è in grado di riconoscere: il 29% degli italiani ritiene di esservi esposto spesso e il 35% non è sicuro di saperle riconoscere. Il pericolo di imbattersi in notizie false è più alto sul web: il 57,5% degli italiani giudica poco (46,1%) o per niente (11,4%) affidabili i siti web di informazione e il 69,6% non si fida delle notizie dei social media. Fra i media tradizionali al primo posto la radio, le cui notizie sono attendibili per il 70,3% degli italiani; seguono la televisione, giudicata credibile dal 68% della popolazione e i quotidiani, che il 62,8% ritiene siano affidabili. Secondo Attilio Lombardi, founder di Ital Communications, emerge l’esigenza di una maggiore attendibilità delle notizie.

"In quest’ottica - chiarisce - è centrale il ruolo delle agenzie di comunicazione, che sono canali di produzione e distribuzione delle notizie verificati e di alto profilo in grado, al contempo, di saper interpretare e gestire in modo adeguato i nuovi processi di comunicazione digitale".

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