I punti chiave
Non basteranno soltanto le regole attuali con corsi e formazioni che avvengono quando si decide di acquistare uno o più cani ma un vero e proprio patentino per le 26 razze (e gli incroci) considerate più pericolose e aggressive: è questo il tema di un Progetto di legge al Parlamento (Plp) che la Regione Lombardia ha inoltrato in Commissione sanità e che potrebbe passare al vaglio delle Camere per poi avviare l'iter di un decreto legge. Lo ha fatto sapere Massimiliano Romeo, capogruppo dei senatori della Lega, che chiede regole più rigide per i proprietari.
Le razze a rischio
Sarà molto difficile improvvisarsi amici dei cani se non si conosce a fondo la materia soprattutto di conoscenza e gestione di pitbull, molossoidi, mastini ma anche pastori maremmani abruzzesi: questi e tanti altri altri sarebbero già indicati nelle bozze di una lista che non è da considerare "nera" ma piuttosto "save list", ossia di salvezza per capire quali razze devono essere attenzionate così da far parte della società senza le problematiche attuali di cui le cronache parlano sempre più spesso con aggressioni e gravi conseguenze non soltanto per i proprietari ma anche per il prossimo.
Esistono poi centinaia di casi in cui molte razze pericolose vengano poi abbandonate dai proprietari finendo nei canili con delle problematiche a catena per i cani già presenti con cui devono convivere in spazi ristretti. "Le razze di cani sono molto diverse tra loro ma hanno tutte gli stessi diritti che nella attuale situazione non vengono riconosciuti. Bisogna invece dare loro una possibilità. Farlo significa darla a tutti noi", ha dichiarato al Corriere Elisa Cezza, che lavora al canile di Segrate ed è una consulente di Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) Lombardia.
A cosa servirà il patentino
L'istituzione di un patentino a cui il governo stava già pensando servirà per capire se una persona può essere adatta a gestire una certa tipologia di cane che potrebbe creare problemi per stazza e indole. Non soltanto, tra i requisiti richiesti ci sarebbero anche limitazioni per chi ha precedenti pensali ma anche regole più certe e rigide che riguarderanno riproduzione e vendita degli eventuali cuccioli. Oltre ai proprietari anche le strutture oggi idonee ad accogliere le più svariate razze di cani dovranno avere figure ad hoc in grado di accogliere anche quegli animali accalappiati o che si trovano sotto un sequestro giudiziario.
Le regole odierne
A Milano e in Lombardia sono già presenti misure di questo tipo ma che adesso si è scelto di allargare a tutta la nazione: secondo alcune indiscrezioni sulla bozza del testo di cui parla sul Corriere sarebbe obbligatoria una formazione non soltanto teorica ma "sul campo" dove vengono valutati attentamente sia il cane che il proprietario. Oggi è in vigore il Cae (Certificato di affidabilità e equilibrio) rilasciato dall'Enci che prevede tutta una serie di test sia sull'animale ma anche per le ripercussioni in situazioni critiche o di stress quotidiano quali possono essere l'incontrare un'altra razza di cane lungo la strada così come una persona che corre o passeggia ma anche la reazione se si trova immerso in una folla di gente.
Tra i promotori dell'iniziativa, oltre all'Enci, anche l'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) della Lombardia così come le Ats (Agenzia di tutela della salute) di Brescia, Milano e Monza e Brianza. La prima firma è del prof. Roberto Anelli, vicepresidente della commissione Sanità, assieme alle firme di alcuni consiglieri che fanno parte della Lega.
"Non è una proposta di parte: l'obiettivo è al tempo stesso tutelare i cani e tutelare l'incolumità pubblica. Contiamo di trovare un consenso trasversale attorno a norme finalizzate realmente all'interesse di tutti", dichiara Anelli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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