Sono venute fuori una alla volta le ventiquattro statue di bronzo ritrovate a San Casciano dei Bagni, in Toscana. Agli archeologi brillavano gli occhi mentre gli operai, con molta cautela, ripulivano dal fango millenario le secolari sculture. Gli scavi di San Casciano sono una miniera d’oro e nascondono ricchezze di 2.300 anni fa; un deposito votivo mai visto che contiene oggetti preziosi ed ex voto. Cinque delle statue ritornate alla luce, alte quasi un metro, sono perfettamente integre. “Una scoperta che riscriverà la storia”, ha dichiarato a caldo l'archeologo dell’università di Siena Jacopo Tabolli. Per Massimo Osanna, direttore generale dei musei del Mic è “la scoperta più importante dai bronzi di Riace”. Soddisfatto anche il neo ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. “Un ritrovamento eccezionale”, ha commentato appena appresa la notizia.
Le statue ritrovate
Tra i primi a essere tirato fuori dal fango della grande vasca romana è stato un giovane efebo, che era in posizione supina, quasi come se dormisse. Al suo fianco Igea con un serpente arrotolato sul braccio, la dea della salute, che fu figlia o moglie di Asclepio. Rovistando sul fondo della piscina è stata poi recuperata la statua di Apollo e a seguire sono affiorate sculture di divinità, matrone, fanciulli e imperatori.“Si tratta di un tesoro unico – ha continuato l’archeologo Tabolli – che si accompagna a una incredibile quantità di iscrizioni in etrusco e in latino e al quale si aggiungono migliaia di monete oltre a una serie di altrettanto interessanti offerte vegetali”. Realizzate con tutta probabilità da artigiani locali, le ventiquattro statue appena ritrovate si possono datare tra il II secolo avanti Cristo e il I dopo.
L’area di scavo
Il santuario, con le sue piscine ribollenti, le terrazze digradanti, le fontane, gli altari, invece, esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino al V d.C. Il sito, in epoca cristiana, venne chiuso ma non distrutto, le vasche sigillate con pesanti colonne di pietra, le divinità affidate con rispetto all'acqua. È anche per questo che, rimossa quella copertura, gli archeologi si sono trovati davanti un tesoro ancora intatto, di fatto “il più grande deposito di statue dell'Italia antica e comunque l'unico di cui abbiamo la possibilità di ricostruire interamente il contesto”, ha ribadito Tabolli. Disposte in parte sui rami di un enorme tronco d'albero fissato sul fondo della vasca, in molti casi appunto ricoperte di iscrizioni, le statue come pure gli innumerevoli ex voto, arrivano dalle grandi famiglie del territorio e non solo, esponenti delle élites del mondo etrusco e poi romano, proprietari terrieri, signorotti locali, classi agiate di Roma e addirittura imperatori.
La chiusura temporanea degli scavi
Il cantiere adesso si chiude, riprenderà in primavera. L'inverno servirà per restaurare, studiare, capire.“Sarà un lavoro di squadra, com'è stato sempre finora”, ha annunciato orgoglioso Tabolli. Università, ministero, comune, specialisti di altri atenei del mondo. Tutti insieme, con l'occasione unica per scrivere un capitolo integralmente nuovo della storia antica.
Su di giri il sindaco di San Casciano dei Bagni Agnese Carletti. “Per noi – ha commentato – la scoperta clamorosa che arriva dagli scavi archeologici del Bagno Grande è un sogno che si avvera”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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