Solo il Milan rincorre la Juve

Ibrahimovic e Nocerino trascinano i rossoneri, Ambrosini firma il tris. E nel finale si rivede anche Inzaghi. Inter sconfitta a Lecce. Il Napoli a Genova fa il Napoli solo per 10 minuti. Bomber Matri: l'idolo delle veline strega la Signora

Solo il Milan rincorre la Juve

Milano - Più facile del previsto. Grazie, c'è Ibrahimovic. E infatti è sempre lui che scava la fossa sotto i piedi del Cagliari e schiena gli isolani con un paio delle sue giocate dopo una partenza non proprio brillante. Quando non sembra la sua serata ispirata, bisogna tenerlo d'occhio perché è allora che lo svedese mette il tigre nel motore e comincia a preparare il colpo a sorpresa.

Nell'occasione avviene tutto su punizione per un banale intervento di Ekdsal sulle sue spalle: a 27 metri di distanza dal bersaglio chiunque immaginerebbe un cross e invece Ibra inventa una traiettoria velenose che s'infila come un'ascia sul legno tra palo e mano protesa di Agazzi. Sette minuti dopo, sempre Ibra, col petto enorme, procura un assist che il solito Nocerino trasforma in un tracciante utile a chiudere la frazione e anche le attese della concorrenza juventina. Già perché il Cagliatri, nella seconda frazione, a dispetto del rimpasto deciso dal tecnico, non riesce a scalfire la corazza rossonera e anzi consente ai campioni di rifinire il risultato (3 a 0 di Ambrosini appena arrivato dalla panchina con un blitz dei suoi, alla Nocerino per intendersi) e di preparare il terreno per l'ingresso di El Shaarawy e quello successivo di Inzaghi. Così Allegri può dimostrare, urbi et orbi, che non ha alcuna voglia di umiliare SuperPippo ma anzi è disposto, nei casi di convenienza dichiarata, a lasciargli la possibilità di scaldare i muscoli e anche di sfiorare il golletto che è il suo gerovital.

Il Milan dimostra nel complesso di essere in buona salute nonostante risulti decimato da influenza e infortuni. E infatti all'ultima ora marcano visita Antonini e Ambrosini, il primo costretto a infilarsi sotto il piumone per qualche linea di febbre, il secondo a riparare in panchina e più tardi a dare il cambio a Seedorf per far sapere a tutti che è ancora vivo e vegeto. C'è un'anima provinciale, molto umile, che il Milan mette in mostra nella circostanza, oltre al talento balistico unico e inimitabile di quel mostro chiamato Ibrahimovic. Basta vedere, per esempio, come Mesbah, appena arrivato da Lecce, si attesti sull'argine sinistro, basta vedere come si arrangia Emanuelson nel fare la mezz'ala destra che non è certo il suo ruolo, basta controllare come Mexes contribuisca in assenza di Thiago Silva a rendere sempre più solida la difesa e a consentire, ai suoi, per la quarta partita consecutiva, di non subire gol.

Sono tanti i motivi di soddisfazione per il Milan che resta nella scia della Juventus a dimostrazione che il duello è destinato a durare nel tempo, nelle prossime settimane e magari fin sotto lo striscione d'arrivo del campionato.

È stato più facile del previsto, per la fragilità mostrata dal Cagliari e anche perché dinanzi alla forza ciclopica di Ibra chiunque si arrenderebbe. Specise se fino a quel punto, oltre mezz'ora del primo tempo, il Milan non può contare nemmeno su un tiro in porta di qualche pericolosità. Ma Ibra è Ibra e marca la differenza.

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