Tecnicamente parlando anche un caffè sospeso in un bar di Napoli è carità. Contare quanti caffè sospesi vengono pagati in tutti i bar italiani è impossibile così come è impossibile calcolare quanti soldi vengono fatti cadere nei cappelli dei clochard che chiedono l'elemosina agli angoli delle strade o quanti milioni di euro gli italiani donano durante la Messa della domenica. La quantificazione di comportamento collettivo volontario, per di più indotto da sentimenti e non da un interesse, è un esercizio puramente teorico.
Per questo è difficile dare credito assoluto a una delle poche ricerche sull'argomento che permette una comparazione tra i comportamenti altruistici di questo tipo tra i vari Paesi europei, quella realizzata nel 2015 dalla francese CerPhi (Centro studi sulla filantropia) secondo la quale gli italiani che fanno filantropia (dal caffè sospeso alla grande donazione) sono il 30% del totale rispetto all'85% degli olandesi, il 70% dei polacchi, il 70% degli svizzeri, il 64% degli svedesi, il 55% dei britannici, il 49% dei francesi, il 38% dei belgi, il 33% dei tedeschi e il 19% degli spagnoli. In base a questa ricerca, che prende in considerazione solo alcuni Stati, quelli dove sono disponibili delle stime (per l'Italia sono state elaborate dalla Assif), solo un terzo degli italiani è «brava gente». Al netto del nostro sistema fiscale che nonostante le mille promesse non incentiva la generosità, come invece avviene altrove.
Eppure, stranamente questo, 30%, coincide con un altro dato, questa volta ufficiale: la percentuale di italiani che nel 2017 hanno deciso di destinare il 5 per mille delle proprie imposte dichiarate (redditi 2016) a enti non profit. Sono stati 14.114.642, il 34,6% del totale delle dichiarazioni. Coincidenza o la bontà percepita degli italiani sopravvalutata?
Nei grafici in queste pagine, elaborate dal sito di datajournalism Truenumbers.it, sono indicati gli importi dei primi 10 enti che hanno incassato più soldi grazie al 5 per mille degli italiani l'anno scorso. Partiamo dagli enti di volontariato dove Emergency vince a mani basse: 379.673 italiani hanno destinato il 5 per mille delle tasse sui propri redditi all'organizzazione fondata da Gino Strada che ha incassato più di 13,5 milioni di euro. Significa che il 5 per mille sui redditi di questi 379.673 italiani vale 35,6 euro in media. Se si va a vedere il decimo ente in classifica, l'Opera San Francesco per i poveri, si scopre che gli italiani che l'hanno prescelta sono stati 46.973 e che, essendo l'incasso di 2,2 milioni, il 5 per mille sulle tasse di questi italiani è superiore, 47,1 euro. In altre parole: i poveri aiutano Emergency e i ricchi San Francesco. Ci sta.
Giustamente nella categoria associazioni sportive dilettantistiche vince il campanilismo (quello buono), categoria dello spirito nella quale il Sud batte nettamente il Nord: nelle prime 10 posizioni 7 sono occupate da associazioni del Mezzogiorno: fanno eccezione la polisportiva milanese Schuster, la Valsassina Ski Team e la cremonese Arvedi che ha una particolarità: le scelte di destinare il 5 per mille delle tasse a questa associazione sono state solo 7 che hanno però permesso di devolvere alla polisportiva ben 25.260 euro. Per fare un confronto: la Polisportiva Anderlini di Triggiano (Puglia) è stata scelta da 702 persone ma l'incasso è stato inferiore: 24.139 euro. Significa che quei 7 benefattori della polisportiva Arvedi sono i componenti dell'omonima famiglia di industriali siderurgici cremonesi fondato nel 1963 da Giovanni Arvedi che hanno redditi, evidentemente, superiori.
Lo stesso succede se si vanno a vedere quanti soldi gli italiani hanno destinato al proprio Comune di residenza. Al settimo posto c'è Valdagno: minuscolo comune del vicentino, che viene prima di Verona, Napoli e Palermo. Come mai? Probabilmente perché Valdagno è sede delle industrie Marzotto e residenza della famiglia che guida il gruppo industriale e che, evidentemente, hanno destinato il proprio 5 per mille al territorio. Complessivamente nel 2017, il 5 per mille erogato è stato pari a 491.636.307 milioni di euro che sono finiti alle associazioni di volontariato di varia natura che non solo svolgono un insostituibile ruolo sociale, ma danno una mano non indifferente all'occupazione.
Secondo l'Istat nel 2011 le associazioni di questo tipo erano 301.191 nelle quali hanno prestato la loro opera circa 5,6 milioni di persone. Ma di questi quasi un milione, 951.580, retribuiti. Volontari, insomma, per modo di dire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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