Non c'è bisogno di sparare un colpo, non serve far muovere lo scacchiere delle diplomazie. C'è una rivoluzione sotterranea che sta scavando la terra sotto i piedi dei regimi più oltranzisti, un attacco silenzioso e micidiale scatenato da un nemico insospettabile, che si nasconde tra di loro: le donne. Sembra una guerra invisibile, sembra una battaglia perduta. Ma non lo è. L'evoluzione dei costumi avanza e destabilizza anche in tempi difficili e in posti oscuri, la conquista di nuovi spazi di libertà comincia dove si spostano i confini del lecito, soprattutto in Paesi dove la condizione femminile è inchiodata al passato. Avanza nella Cina puritana e comunista della schiavitù delle donne e delle stragi di bambine, le ragazze oggi si convertono al nudo, posando spudorate per calendari di intimo dove fai fatica a deglutire, ribelli contro una società che per le Olimpiadi ha vietato il bacio in pubblico.
Avanza in Medio Oriente, contro tutte le paure. È l'iraniana Azadeh Moaveni a raccontare nel suo «Lipstick Jihad» che le ragazze di Teheran nascondono dietro il velo un sorriso colorato di rossetto, che in pubblico indossano maschere per ingannare i guardiani della morale ma che in privato vivono e amano come occidentali. È la marocchina Nedjma, autrice di «La Mandorla», a spiegare che nei Paesi arabi «l'erotismo è un atto di resistenza, l'arma più forte contro tutti i conservatorismi». Sotto il chador niente. Rivoluzionarie ma sexy, punte avanzate della modernità che fanno esplodere contraddizioni con le sole armi della fantasia: in Nigeria Aunty Maiduguri ha preteso come vuole il Corano quattro mogli, peccato solo che lei sia donna e omosessuale; in Egitto Hayam Dorbek ha fondato, ma il marito è contrario, un'associazione che pretende la poligamia maschile perché, dice, solo se c'è un'altra che ti dà una mano con il tuo lui puoi ritagliarti il tuo spazio di libertà; in Libano Aheda Zanetti si è inventata il burkini, il burqa formato bikini per islamiche osservanti e accaldate, ma che piace di più alle occidentali perché nasconde gli inestetismi della cellulite; in Arabia le saudite più giovani, private delle classi miste e della compagnia dei ragazzi, hanno trovato come mettere al tappeto la morale: fanno sesso tra di loro, che è peggio che farlo con i ragazzi.
La rivoluzione ha da tempo travolto il Libano dove Haifa Wehbe, 39 anni, la donna più sexy del Medio Oriente, «una minaccia per l'Islam» per gli ortodossi, ha confessato, civetta, che il suo cuore batte per Nasrallah, il leader Hezbollah. Entrambi sciiti, lui scalda il popolo con i sermoni, lei con gli ormoni. Hanno già ribattezzato i piccioncini Sex and the sciiti...
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