«Qualunque cosa succeda a Milano viene enfatizzata all'ennesima potenza, ciononostante la sicurezza è un problema e c'è da lavorare». Ennesimo imbarazzo per il sindaco Beppe Sala che ieri si è ritrovato a replicare ancora una volta sulla questione dell'(in)sicurezza in città mentre faceva il giro dei social il furto con strappo dell'orologio «Richard Mille» da 315mila subito la sera prima, in pieno centro, dal pilota della Ferrari Carlos Sainz. Accerchiato intorno alle 20.30 davanti al centralissimo hotel Armani di via Manzoni da tre marocchini di 16, 19 e 20 anni. Li ha inseguiti con il manager, un assistente e due passanti che lo avevano riconosciuto ed è riuscito a bloccarli e consegnarli alla polizia, ma poteva andare peggio.
Come ha scritto il pm Silvia Bonardi ieri nella richiesta di convalida dell'arresto e di custodia cautelare in carcere per i tre di origine marocchina, «clandestini e senza alcuna stabile occupazione», per «le modalità e le circostanze dei fatti denotano una spiccata pericolosità sociale e un'indole violenta». Il pilota per fortuna ha riportato solo lievi escoriazioni al polso, è stato visitato dal personale del 118 e ha rifiutato il trasporto in pronto soccorso. Sala ora ammette che «ormai non credo che sia solo un tema di percezione della realtà, la sicurezza è un problema, bisogna lavorare e continueremo a farlo. Qualche idea per rafforzare il sistema io ce l'ho e sono all'opera con i miei. Ovviamente però ci deve essere un rapporto collaborativo con questura e prefettura».
Chiede «di nuovo» e spera di ottenere «più agenti perchè il controllo si fa soprattutto con uomini e donne in campo in divisa, in questi anni c'è stata una costante riduzione degli organici ma ora mi pare che ci sia un'inversione di tendenza». Proprio ieri Sala è volato a Roma per incontrare il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e fare il punto su sicurezza urbana, minori non accompagnati e reati di strada. Quanto al fatto che in molti lamentano che la città appare meno sicura rispetto al passato risponde che «è il mondo che è meno sicuro rispetto al passato, basta vedere cosa succede in tutte le grandi città, ma se non si capiscono le cause per le quali tutto ciò avviene, si commette un errore. Io non credo alla sola repressione, certamente che bisogna controllare e reprimere, non è sufficiente però».
Sala viene smentito dal consigliere regionale e comunale di Fratelli d'Italia Marco Bestetti nel suo tentativo di autoassoluzione: «Non se la può certo cavare dicendo che si tratta di un problema che riguarda tutto il mondo, della serie mal comune, mezzo gaudio. Innanzitutto perché non è così, a meno che termine di paragone non siano le città sudamericane o del terzo mondo, ma soprattutto perché, con il Pd a Palazzo Marino Milano ha conquistato stabilmente il triste primato in classifica di città più pericolosa d'Italiai. Il problema sono le loro ricette deboli e sbagliate, tutte buonismo, integrazione e accoglienza senza regole. Hanno fallito, Milano merita di voltare pagina». La notizia ella rapina subita dal pilota de Sainz «in pieno centro a Milano sta facendo il giro del mondo, esponendo la città e l'Italia ad una figuraccia internazionale - accusa Bestetti -. Dodici anni di sinistra hanno reso Milano peggio di Caracas, dove è diventato pericoloso camminare anche in pieno centro persino per un personaggio protetto come il ferrarista. Per anni Sala ha sostenuto che si trattasse solo di una errata percezione dei cittadini o dell'esagerazione di un centrodestra che voleva fare polemica, negando continuamente la gravità della situazione».
Per il deputato FdI Riccardo De Corato, ex vicesindaco, «Sala tende sempre a sminuire l'emergenza in città. Il Comune dispone di 3.200 vigili, ne sta assumendo altri 500 circa ma come li impiega?».
Sono preoccupati anche i tassisti: «Se da un lato i dati diffusi in questi giorni raccontano di una Milano così turistica in estate, dall'altro la cattiva pubblicità sul fronte sicurezza rischia di ripercuotersi anche sugli arrivi. Rischiamo di perdere attrattività».
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