Lo spazio Anfiteatro si apre agli Offlaga

Quarto passaggio a Milano in pochi mesi per il trio di Reggio Emilia: tutto merito di un passaparola entusiasta

Luca Testoni

Nella vivace scena rock indipendente c'è un «fenomeno» di cui si va parlando da qualche tempo a questa parte. E sempre con maggiore insistenza Il suo nome? OfflagaDiscoPax.
Il riferimento alla cittadina della bassa bresciana, Offlaga per l'appunto, non deve trarre in inganno. Dietro la curiosa sigla si nasconde invece un trio di Reggio Emilia che, proprio con l'esibizione odierna allo spazio Anfiteatro della Festa nazionale dell’Unità al Monte Stella (ore 21.30, ingresso libero, supporter i pesaresi Altro), festeggia il quarto passaggio nel giro di pochi mesi nel capoluogo lombardo.
Tutto merito di un passaparola entusiasta. Un tam tam, diffuso attraverso blog e file mp3 sulla rete e poi amplificato dalla stampa specializzata, che ha fatto circolare il nome e ha finito per fare da cassa di risonanza al riuscito cd d'esordio, Socialismo tascabile (Prove tecniche di trasmissione).
«Un disco minimale, emotivo, ironico e, a suo modo, politico», come l'hanno definito i diretti interessati: vale a dire Max Collini (voce e testi), classe 1967; e i suoi ben più giovani sodali, Enrico Fontanelli (moog, casiotone, basso e basi) e Daniele Carretti (chitarra, basso).
Musicalmente parlando, l'album di debutto dei reggiani vive di una sua estrinseca originalità, pur in presenza di molteplici influenze e citazioni. In ordine sparso, Cccp e Massimo Volume, il rock britannico anni Ottanta (per esempio, Cure e Joy Division) e quello Novanta (Slowdive), per finire con l'elettronica fai-da-te, sul genere Aphex Twin prima maniera e dintorni e qualche lontana eco della stagione kraut-rock.
A colpire, critica e ascoltatori, le storie minime di amore, adolescenza, quotidiano e di politica (sottolineate da ritmi scheletrici ed effettistica varia), che hanno come scenario preferito l'Emilia rossa (e sovietica), declamate dall'anomalo «elettro-narratore».
Decisamente a suo agio una volta alle prese con un immaginario davvero singolare, un po' nostalgico e molto feticista, popolato da busti di Lenin in lacrime e «cicche» alla cannella, cartoni animati della talpa cecoslovacchi e pantofole simbolo di fallimenti amorosi.
Storie riflesso di «una scrittura naturale e naïf, esplicitamente autobiografiche, anche se filtrate dall'(auto)ironia. Specie quando vengono raccontate esperienze passate, mediando il candore dell'adolescenza con lo sguardo disincantato dell'oggi», puntualizza la voce degli Offlaga (il loro blog: www.offlagadiscopax.splinder.com). Complimenti vivissimi. Quantomeno per l'apprezzabile tentativo di volersi emancipare dalle nebbie del conformismo musicale degli ultimi anni.
Supporter, come dicevamo, gli Altro, un gruppo punk che si sta facendo strada.

Quanto al loro effettivo valore, Opinioni contrastanti. Qualcuno non apprezza il fatto che i loro pezzi siano, come dire, “minimalisti” non foss’altro per la lunghezza dei pezzi, altri che proprio per questo gridano al miracolo. Staremo a vedere.

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