Sono già passati 20 anni dalla morte di una delle voci più importanti della scuola cantautorale italiana. Era l'11 gennaio 1999 quando Fabrizio De André lasciava il suo corpo da vivo per entrare una volta per tutte nell'immortalità. In vista del ventennale della sua scomparsa, la Rai gli dedica questa sera uno speciale - "Parole e musica di un poeta" - curato da Vincenzo Mollica e in programma alle 20.30 su Rai Uno. Diverse le celebrazioni in tutta Italia, la più importante nella sua città natale, Genova, dove la giornata di venerdì sarà caratterizzata da un lungo viaggio, organizzato a Palazzo Ducale, attraverso immagini, testi e canzoni.
L'evento più importante alle 15, quando nel Salone del Maggior Consiglio si svolgerà "Il mio Fabrizio", un incontro a cui parteciperà tutta la famiglia De André, compresi la moglie Dori Ghezzi e il figlio Cristiano che, in questo periodo, sta girando l'Italia in una tournèe di riproposizione - e reinterpretazione - dei pezzi più indimenticabili del padre. Interverranno anche alcuni personaggi dello spettacolo che hanno avuto in dono la sua amicizia: Gino Paoli, Neri Marcorè, Fabio Fazio. Antonio Ricci, Morgan, Mauro Pagani e Luca Bizzarri. Ognuno di loro porterà un ricordo "musicale" di De André, aiutandosi con la chitarra.
Nato il 18 febbraio 1940 nel quartiere genovese di Pegli, De André è stato forse IL cantautore italiano per antonomasia. Merito della sua capacità di travalicare i limiti della canzone d'autore, fino a diventare un poeta le cui liriche sono diventate oggetto di studio nei licei. "Il fatto che testi delle mie canzoni siano inseriti nelle antologie scolastiche mi imbarazza perché, fondamentalmente, mi fa piacere. Provo imbarazzo di fronte a questa mia piccola vanità", una delle sue frasi più celebri. Infinito il suo repertorio. Citare una canzone anziché un'altra sarebbe fargli torto, anche se forse il suo brano feticcio è "Via del campo", inno malinconico a una delle prostitute - da lui frequentate - che battevano l'asfalto dell'omonima via del centro storico di Genova.
Non c'è italiano di almeno 20 anni - gli stessi trascorsi dalla sua morte - che possa dire di non avere mai ascoltato una sua canzone. Tra di loro anche Matteo Salvini. Il segretario della Lega non ha mai mancato di evidenziarne la poesia dei testi e delle musiche. A questo proposito, Cristiano De André ha dichiarato all'Agi: "Salvini è un grosso fan di mio padre, un fan storico. Ci eravamo anche incontrati.
E questo mi fa ben sperare, me lo auguro e mi rincuora perchè chi è un fan di mio padre non credo possa fare grandi danni. Non so se ha capito tutto di mio padre, ma da una parte mi auguro che qualche cosa gli sia entrato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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