Il 4 novembre si festeggi l'unità nazionale

di Francesco Giubilei

Il 4 novembre 1918 entra in vigore l'armistizio di Villa Giusti firmato tra l'Italia e l'Austria-Ungheria che sancisce la fine della Prima guerra mondiale, l'accordo prevede che siano consegnati all'Italia tutti i territori austriaci determinati dal patto di Londra subordinando la trattativa al patto di Versailles. Il 4 novembre diventa una data simbolica per rappresentare una serie valori alla base dell'unità del popolo italiano e l'anno successivo la fine della guerra viene istituita la Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate. Si tratta dell'unica festa nazionale celebrata prima, durante e dopo il fascismo, in questa occasione, nel 1921, viene sepolto il Milite Ignoto all'Altare della Patria a Roma. Con la legge 5 marzo 1977, n. 54, a causa della crisi economica che attanaglia l'Italia a fine anni Settanta, le feste della Repubblica e dell'Unità nazionale diventano «feste mobili» e sono celebrate rispettivamente nella prima domenica di giugno e nella prima domenica di novembre, cessando «di essere considerati festivi i giorni 2 giugno e 4 novembre». Nel 2001, anche grazie all'interessamento del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, con la legge 20 novembre 2000, n. 36 «la celebrazione della festa nazionale della Repubblica ha nuovamente luogo il 2 giugno di ciascun anno, che pertanto viene ripristinato come giorno festivo». Se oggi il 2 giugno è tornato ad essere un giorno di festa in cui celebrare la nascita della Repubblica, il 4 novembre viene ricordato solo dalle Forze armate e non da tutto il popolo italiano. Si tratta perciò di una ricorrenza depotenziata e messa in secondo piano rispetto ad altre date come il 25 aprile, l'1 maggio o il 2 giugno, una differenza di trattamento non giustificata che trasmette ai cittadini un messaggio sbagliato e dannoso. Vista l'importanza simbolica di questa data, sarebbe necessario reintrodurre la festività nazionale promuovendo iniziative e attività, a partire dalle scuole, con un'azione di valorizzazione dei simboli patri italiani per accrescere nei cittadini lo spirito di unità e appartenenza alla nazione. Quest'anno cadono cent'anni dalla stipula dell'armistizio e potrebbe essere un'importante occasione per ripristinare la festività nazionale del 4 novembre a partire dal 2019.

Una proposta che verrà discussa in un convegno alla Camera il 6 novembre con il presidente della Rai Marcello Foa, i sottosegretari agli Esteri e alla Difesa Picchi e Volpi, il generale Marco Bertolini, i giornalisti Marcello De Angelis e Claudia Svampa e lo storico Emanuele Mastrangelo in un'iniziativa promossa dal Centro studi Machiavelli, da Nazione Futura, Giovani a destra e Fondazione Tatarella.

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