"Il segreto di Momix? Sono alchimisti della vita"

Il fondatore Moses Pendleton: "Da tanti anni i nostri spettacoli di ballo hanno successo in Italia perché sono positivi. Il pessimismo rovina sempre tutto"

"Il segreto di Momix? Sono alchimisti della vita"

Tornano in Italia i ballerini illusionisti più famosi del globo. Con il loro carico di immagini surreali, sfondi lunari, braccia-gambe-corpi fluorescenti, figure mirabolanti che si librano in palcoscenico sfidando la gravità. In una parola: i Momix, la compagnia americana creata - 33 anni fa - da Moses Pendleton. Che ha scelto Ravenna per far debuttare la sua ultima creazione, Alchemy, su musiche, fra gli altri, di Ennio Morricone. Prima nazionale il 5 al teatro Alighieri, per un pre-lancio del Ravenna Festival, e poi giro d'Italia: Trieste, Bari, Milano, Lucca e Brescia. Si parte nella città dei mosaici, Ravenna appunto, perché Alchemy si annuncia un «mosaico di effetti», anticipa Pendleton che per questo suo ultimo spettacolo fa danzare otto ballerini, 4 donne e 4 uomini, nei panni (e senza) di apprendisti stregoni: miscelando le sostanze base in alambicchi e fornaci, alla ricerca della pietra filosofale e la formula dell'oro.
Così, in questa fase di buio economico, ci propone oro a volontà?
«Ma è l'oro spirituale, quello dell'energia interna. Proprio perché viviamo una fase greve, abbiamo bisogno di svagarci e di fuggire dalla realtà anche solo per una serata. I Momix vogliono proprio liberare energie positive, portare un po' di magia, di bellezza».
La definiscono un mago. Lei crede nella magia?
«Non in quella nera. Ma in quella bianca sì. Diciamo che adoro il mistero, quelle vibrazioni che avvertivano i nostri antenati e che magari oggi fatichiamo a cogliere, ma sono sempre vive. Io pratico regolarmente forme di meditazione cercando di trattenere i miei sogni, è interessante ripensarli».
Il miglior luogo dove meditare?
«Nella mia casa nel Connecticut. Davanti al fuoco».
Ha definito il corpo una scenografia. Cioè?
«Sì, una meravigliosa macchina da curare più che si può. Attraverso il corpo io vado ovunque, è la nostra porta».
E la mente?
È un muscolo che va esercitato, va incuriosito, va tenuto in forma. Il segreto dell'alchimista è estendere la vita: e noi dobbiamo essere alchimisti».
Lei è americano, la compagnia anche. Perché anche Alchemy, come altri suoi spettacoli, debutta in Italia?
«Perché è la mia seconda casa. In questi giorni altri miei cinque spettacoli sono allestiti in giro per il mondo, ma è proprio in Italia dove sento che i Momix sono particolarmente amati».
E comunque l'80% della sua attività è extra americana.
«Così è. Ora stiamo conquistando anche i nuovi mercati d'Oriente. Si sente la crisi, quindi bisogna darsi da fare con nuove piazze».
Mai arrendersi.
«Io poi sono ottimista. Se sei pessimista, ti carichi di ansie in più e rischi veramente di far andar male le cose. Come dice Obama bisogna crederci. Se scavi troverai l'oro, se lavori troverai opportunità prima o poi».
Sostiene Obama?
«Molto convinto. E credo che anche Obama dovrebbe essere un po' un alchimista per poter infondere le sue idee. Non ultimo: per riuscire a dialogare con i Repubblicani. I nostri due partiti devono capire che non rappresentano due Paesi diversi, ma lo stesso. Continuando a litigare come fanno disperdono solo energie, proprio come accade a una coppia in perenne conflitto».
Obama conosce i suoi spettacoli?
«Mi hanno detto di sì. So per certo che ci segue la Clinton. Obama magari ci vede su YouTube».
Viene in Italia da anni. Come ci trova?
«Siete un popolo ricco di arte, storia e fantasia. Cibo superiore. Natura anche».
Da ex campione di sci, apprezzerà soprattutto la natura invernale.
«Credo che una volta avviato lo spettacolo, andrò con la mia compagna (Cynthya Quinn, ballerina - ndr) a sciare sulle Dolomiti, magari a Cortina. Sono nato in montagna, quindi mi fa star particolarmente bene salire in alta quota e respirare quell'aria».
Ha pensato a uno show dedicato alle prossime Olimpiadi invernali?
«Mi hanno già contattato da Sochi. Non c'è nulla di scritto, ma stiamo negoziando per lo spettacolo di apertura dei Giochi».
A quando il ritorno al cinema? E dopo Scorsese, con quali registi? Spielberg sarebbe una chimera.
«Ha colto nel segno, perché ora sento che voglio tornare al cinema».


Altri progetti?
«Le mie memorie».
Ma c'è già una biografia.
«Dopo il libro scritto con Elisabetta Sgarbi, è giunto il tempo per un seguito. Magari inizio a lavorarci già da quest'anno, chissà che non ci riesca».

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