«In Aladdin sono il genio a ritmo di hip hop»

Chiara Bruschi

Londra

«È stato come se mi dicessero: Stiamo rifacendo Il Padrino, vuoi la parte di Al Pacino?». Will Smith è tornato al cinema nel ruolo del Genio della lampada nella versione live action del classico Disney Aladdin. L'attore è stato scelto dal Guy Ritchie per raccogliere il testimone di Robin Williams, voce al personaggio nel cartoon del 1992. «Non vuoi avvicinarti a quei ruoli ha aggiunto Smith Robin Williams non aveva lasciato aree di miglioramento. Essendo un live action sapevo però di avere qualche chance per omaggiare il passato e aggiungere qualcosa di nuovo». Ad esempio, contaminare con l'hip hop la canzone Un amico come me è stata la chiave per ricreare il suo Genio, un ruolo «iconico che resta nella memoria di un'intera generazione». Il film vede anche Mena Massoud nel ruolo dell'affascinante furfante Aladdin e Naomi Scott in quello della bellissima e indipendente principessa Jasmine. Alla figlia del sultano, Ritchie ha affidato il brano Speechless scritto da Alan Menken (8 premi Oscar per le sue colonne sonore), con cui Jasmine incarna una nuova versione di principessa, decisa ad affermare il suo ruolo nel mondo: «Il mio personaggio e io condividiamo gli stessi forti ideali - ha spiegato la giovane attrice inglese e questo mi ha dato la giusta serenità per interpretarla».

Nell'Agrabah di Ritchie la parola chiave è multiculturalità: «Credo che i grandi film come questo ha spiegato l'attore Mena Massoud rappresentino qualcosa di più grande e in questa esperienza vedo l'inizio di un movimento a Hollywood, in cui al cinema venga finalmente promossa la diversità e la multiculturalità».

Will Smith ha compiuto 50 anni lo scorso settembre e ha portato la sua saggezza sul set, dove ha da subito legato con i due coprotagonisti, molto più giovani: «Ho detto loro di godersi il momento, di capire dove sono e l'importanza che questo avrà nella loro vita e nella loro carriera. Compiere 50 anni è stato un punto di svolta per me e questo film segna il ritorno sul set dopo due anni. In questo tempo ho imparato, letto e riorganizzato le mie priorità.

L'equazione della felicità per me è scegliere le persone con cui voglio stare, vedere i posti del mondo che scelgo di visitare e fare quello che amo». Proprio i tre desideri che un genio della lampada potrebbe realizzare.

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