Alba Parietti: "Ho vissuto chiusa in camera, sono il mio fantasma"

Alba Parietti affida ad Instagram una lunga e straziante riflessione sul suo periodo di quarantena per l'emergenza coronavirus: "Ho vissuto sempre chiusa in camera mia, sono il mio fantasma"

Alba Parietti: "Ho vissuto chiusa in camera, sono il mio fantasma"

Archiviata la polemica per la sua villeggiatura in Valle d'Aosta mentre Milano stava per essere dichiarata zona rossa, Alba Parietti affida ad Instagram una straziante riflessione sul suo periodo di quarantena per l'emergenza coronavirus: "Ho vissuto sempre chiusa in camera mia, sono il mio fantasma".

Per aprire il suo animo e mettersi a nudo col suo pubblico, Alba Parietti sceglie di accompagnare le sue parole con una foto "senza filtri", un primo piano intenso in cui la donna si mostra struccata, bellissima e meno aggressiva del solito. La riflessione ha per titolo "La convivenza con me stessa". Alba Parietti si mostra stupita di come è riuscita ad affrontare il periodo di reclusione: "Sinceramente pensavo di trovarmi peggio da sola con me, con i miei pensieri, con i miei ricordi, con le mie malinconie".

L'opinionista televisiva spiega che, nonostante la presenza in casa del figlio e della governante, ha deciso di isolarsi nella sua camera da letto perché Francesco Oppini e Sally - a differenza sua - hanno contatti col mondo esterno: "Per evitare qualsiasi forma di contagio, [...] per ulteriore sicurezza ho vissuto sempre chiusa in camera mia, tranne che per mangiare". L'estrema precauzione di Alba Parietti nasce dalla paura che il coronavirus possa trovare in lei terreno fertile, a causa di una pregressa patologia polmonare.

La condizione di isolamento ha fatto riscoprire alla Parietti una nuova Alba: "Mi sono scoperta, più forte, granitica, più tenera, più fragile, più spirituale, più curiosa degli altri". "Non mi sono praticamente mai guardata allo specchio", aggiunge la donna come a voler evidenziare la paura di un eventuale conflitto col suo personaggio. La showgirl racconta di aver impiegato le ultimi settimane a guardare film, a leggere libri e a studiare inglese con lezioni comunitarie via internet: "Forse stiamo imparando a vedere oltre la nostra stanza con l’immaginazione".

Il periodo di quarantena è stato anche l'occasione per cucinare e ritrovare un rapporto, scevro da litigi, col figlio. Ma parlando di famiglia il pensiero corre alle sue origini: "Mi piace capire che potrei vivere così come Emily, perché anche mia madre viveva sola e viaggiava con il cuore e con l’immaginazione. Non mi serve molto per vivere, mi piace vivere comunque".

La riflessione di Alba Parietti si fa poi più intensa e per certi versi filosofica: "La vita ti abitua e ci si abitua, si vede oltre solo se sai vedere la sofferenza, solo così apprezzi fino in fondo ciò che hai". "L’ho sempre saputo che eravamo su una nave che affondava, in fondo non sono stupita, mi sono goduta tutta la vita anche il dolore l’ho vissuto sempre fino in fondo", aggiunge con la sicurezza di chi la sa lunga.

La conclusione è amara e riporta il ragionamento alla sofferta storia della madre:

"Oltre la morte. Ci sono da anni. Da quando mia madre se ne è andata io sono un po’ di la. Per questo tutto mi attraversa e nulla mi stravolge". "Sono il mio fantasma", chiosa in modo disarmante Alba Parietti.

La convivenza con me stessa . Sinceramente pensavo di trovarmi peggio da sola con me, con i miei pensieri, con i miei ricordi , con le mie malinconie. In questi giorni nonostante la presenza di Francesco e Sally per evitare qualsiasi forma di contagio , essendo usciti a turno e avendo sentito parlare di asintomatici ,per ulteriore sicurezza ho vissuto , sempre chiusa in camera mia , tranne per mangiare . Mi sono scoperta , più forte , granitica , più tenera, più fragile , più spirituale , più curiosa degli altri. Non mi sono praticamente mai guardata allo specchio . Ho visto tanti film che avevo visto, letto tanti libri , studiato, mi sono iscritta a un corso d’inglese e oggi mi sono trovata a parlare in una lezione comunitaria con persone di cui sentivo solo la voce . Parlavano inglese male come me, ma chi con l’accento cinese, francese, italiano, rumeno , brasiliano ognuno sbagliava con il suo accento e si presentava. L’insegnante era sudafricano o almeno chiamava da lì. Io provavo a immaginare le facce, le loro vite , qualcuno parlava di coronavirus, altri asscoltavano , incuriositi , forse un po’ spaventati. Sembriamo profughi senza volto ma con la voglia di vivere , di conoscere. Come non vedenti , forse stiamo imparando a vedere oltre la nostra stanza con l’immaginazione. La voglia di ascoltare, mi piace ascoltare pochissimo parlare. Mi piace cucinare, vedere mio figlio e finalmente parlare senza litigare. Mi piace capire che potrei vivere così come Emily , perché anche mia madre viveva sola e viaggiava con il cuore e con l’immaginazione. Non mi serve molto per vivere , mi piace vivere comunque. La vita ti abitua e ci si abitua , si vede oltre solo se sai vedere la sofferenza, solo così apprezzi fino in fondo ciò che hai. L’ho sempre saputo che eravamo su una nave che affondava, in fondo non sono stupita , mi sono goduta tutta la vita anche il dolore l’ho vissuto sempre fino in fondo. Perché comunque sia senti che dentro quello che provi ti farà capire come trovarti oltre questa vita . Oltre la morte. Ci sono da anni . Da quando mia madre se ne è andata io sono un po’ di la . Per questo tutto mi attraversa e nulla mi stravolge. Sono il mio fantasma

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