In "Allied", la coppia Pitt-Cotillard seduce più del film

Una storia d'amore e di spionaggio più patinata che coinvolgente. Oltre al fascino vintage di ambientazioni e costumi e all'alchimia tra i protagonisti, resta poco o nulla

In "Allied", la coppia Pitt-Cotillard seduce più del film

"Allied - Un'ombra nascosta", il nuovo film di Robert Zemeckis (già regista di "Ritorno al futuro", "Forrest Gump", "Cast Away"), è un assemblaggio piuttosto artificioso di melodramma e spy-story.
Nel 1942 a Casablanca, una spia francese, Marianne Beausejour (Marion Cotillard) e una canadese, Max Vatan (Brad Pitt), vengono incaricate di una missione in cui è necessario si fingano marito e moglie, pur non essendosi mai incontrate prima. La complicità sfocia in innamoramento e addirittura in un matrimonio vero. Ma il passato è in agguato e non tarderà a presentare il conto.
L'intrigo a base di amore e spionaggio, ambientato in atmosfere retrò e che vede protagoniste due star del calibro di Brad Pitt e Marion Cotillard, funziona solo a livello teorico: una volta su grande schermo si appiattisce in una realizzazione visiva molto glamour, dalla cui patinatura però fatica a emergere un moto vitale autentico. "Allied" ha le sembianze di un omaggio al cinema della Hollywood Anni ’40, in stile "Casablanca", senza disdegnare riferimenti a pellicole più attuali come "Bastardi senza Gloria", una messa in scena fatta di ambientazioni splendide e costumi meravigliosi. La sintonia tra i protagonisti è evidente e non stupisce che i due attori siano stati anche oggetto di dicerie nel momento in cui la coppia Pitt-Jolie si è separata: assieme regalano momenti che sono un piacere per gli occhi.
Il problema è che dalla storia in sé, tra party bohémien e sirene antiaeree, non nasce concitazione né scaturisce palpito alcuno e, in quelli che dovrebbero essere momenti di pathos, il dramma si fa inusitatamente goffo. La causa è forse nella cura estrema dello charme vintage in cui il film è immerso e che si traduce in una patina di falsità la quale uccide sul nascere, assieme ad ogni vibrazione ipotetica di spontaneità e realismo, il coinvolgimento emotivo dello spettatore.


Ci sono un paio di momenti riusciti grazie all'intensissima chimica tra Pitt e Cotillard ma, per il resto, Zemeckis, firmando la sua personale elegia di un cinema che fu, rende nostalgici di titoli ben più riusciti appartenenti alla sua filmografia.
Attenzione: mai come in questo caso il trailer è un delitto poiché vanifica quasi la visione cinematografica riassumendo l'intera trama ad eccezione del finale.

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